
Il 38enne, sebbene dichiarasse in media 10mila euro all'anno, in realtà ne guadagnava fino a 300mila riuscendo così a evadere negli ultimi quattro anni circa 2,2 milioni di tasse. Tanto che in totale tra il 2010 e il 2014 sono state scoperte fatture ritenute fasulle per 3,5 milioni di euro. Grazie a fatture per circa un milione di euro l'anno, il 38enne era sostanzialmente in grado di pareggiare costi e ricavi sebbene le aziende che gli commissionavano i divani (colossi del settore) gli fornissero praticamente tutto il materiale necessario per una produzione rigorosamente Made in Italy di alta qualità, tanto che tra i pezzi figuravano modelli da 30mila euro dotati di prese Usb e casse integrate per la diffusione della musica.
L'inchiesta è scattata l'anno scorso quando, al momento dell'apertura di una verifica fiscale, i finanzieri lughesi si sono imbattuti in un'azienda, quella del 38enne appunto, all'apparenza perfetta: tanto lavoro, macchinari all'avanguardia e una catena di montaggio idonea a una produzione di rango. In totale 26 dipendenti, dei quali uno in nero, tutti di origine cinese.
Perfetta, sempre all'apparenza, anche la contabilità. Quando però i militari hanno passato al setaccio i libri contabili, sono loro balzate all'occhio numerose fatture di acquisto emesse da altrettanti fornitori, sempre cinesi e tutti evasori totali o con partite Iva inattive da molto tempo. I controlli successivi hanno permesso di stabilire che le fatture emesse facevano riferimento a indirizzi inesistenti.
L'ultimo tassello investigativo è arrivato dalle anomalie riscontrate sui pagamenti: le fatture d'acquisto dei fornitori reali venivano pagate prevalentemente con bonifici bancari; mentre quelle dei fornitori fittizi venivano saldate in contanti o attraverso assegni poi incassati dallo stesso 38enne. Quelle somme, prelevate allo sportello della sua banca, venivano usate per spese personali o venivano inviate in Cina.
IL COMMENTO
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