
Voci, appunto, visto che per ora di ufficiale non c'è nulla, ma il presidente della Regione non si sottrae: ""Dico che gli accordi che avevamo concordato con Merlo e Delrio prevedevano un gesto di responsabilità da parte sua, cioè il ritiro delle dimissioni che aveva presentato a giugno. Questo avrebbe consentito al ministro di portare a termine la sua riforma e quindi di nominare i nuovi vertici del porto con un nuovo sistema di governance evitando il commissario".
Uno schema che ora rischia di saltare: se davvero Merlo lasciasse Palazzo San Giorgio a settembre, il porto andrebbe verso il commissariamento. "Questo non è il percorso che avevamo concordato. E' legittimo che Merlo lasci l'Autorità portuale quando vuole, ma penso che il percorso più valido sia quello concordato con Merlo e Delrio", dice Toti, che non evita una stoccata: "Se qualcosa è cambiato spero che non me lo dicano solo gli organi di informazione, ma che qualcuno delle istituzioni me lo spieghi".
Si parla di malumori da parte di Merlo per il piano delle infrastrutture presentato dalla Regione la scorsa settimana, ma Toti minimizza: "L'atto delle infrastrutture è un atto d'indirizzo politico. Non contiene alcun provvedimento amministrativo lesivo di prerogative altrui. Sono idee, progetti per il futuro, che peraltro ritengo di buonsenso".
IL COMMENTO
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