Gira la ruota della giustizia sportiva eppure si ferma sempre lì: beati quelli belli, alti, simpatici e che hanno le spalle grosse. Ecco l'ultima beffa gigantesca: Lazio e Catania, assoluzione e buffetti. Genoa e Savona, condanne e un posto prenotato sul patibolo per essere giustiziati in pubblica piazza.
Oggi scopriamo che dopo 4 anni nella famosa gara tra Lazio-Genoa, e' successo che: 1) i biancocelesti sono innocenti, (e strano sarebbe stato il contrario) 2) Mauri? Non colpevole pure lui, ci mancherebbe altro 3) Lazio e Mauri assolti - magari qualcuno si sarà pure scusato per il fastidio - grazie ad un cavillo. 4) Genoa e Lecce sul banco degli imputati, richieste di penalizzazione e tre anni e mezzo di squalifica per Milanetto e altri giocatori pugliesi. Solito film, beati i primi che resteranno sempre primi. Se poi abitano a Roma e' ancora meglio.
L'inflessibile Palazzi (solo con qualcuno, mai con altri) ha cambiato le carte in tavola dopo l'assoluzione di Genoa e Lecce due anni fa. Perché? Udite, udite, c'era da ascoltare il verbo del solito pentito dell'ultimissima ora: tale Ilievsky, per gli amici 'il capo degli zingari': quelli che gestivano le combine. Non proprio un gentleman inglese. E naturalmente quelli cornuti e mazziati sono i soliti noti.
Lasciate ogni speranza voi che entrate nel club degli antipatici. Perché poi ci sono i 'vip' del pallone che sono intoccabili. Dalla A alla B, non c'è categoria che tenga alla vergogna. L’esemplare (scherziamo, ovvio) richiesta di Palazzi nei confronti del Catania per la vicenda calcioscommesse vi dice qualcosa? Storia recente, agli etnei praticamente un pizzicotto mentre al Savona, che magari non è bello, alto, simpatico e così potente come il Catania una condanna da serial killer del pallone.
Ricapitoliamo: l’ultima ondata di scandali pallonari finisce alla sbarra. Fate finta di essere Perry Mason, e guardate i fatti. Catania: cinque illeciti, giro di intercettazioni infinito, prove chilometriche e presidente reo confesso. Beh, appunto: visto che Pulvirenti ha aiutato la giustizia sportiva non calchiamo la mano. Ed è finita così: la richiesta del ‘pm’ Palazzi si è tradotta in una retrocessione in Lega Pro e 5 punti di penalizzazione. Allibiti. Sconcertati e pure disgustati. Lo dicono tutti. O almeno chi crede ancora che la giustizia non va a due velocità. No grazie, questa è una presa in giro. Ci mancava pure che dicessero al Catania: scusate, ma almeno questo vi tocca.
Vedremo la decisione finale ma intanto già la richiesta basta e avanza per credere che alla fine vincono sempre loro. Cioè quelli che ‘sono realtà importanti’ (secondo chi non è lecito sapere) del pianeta calcio. Sapete come funziona, dai lo sanno tutti: quelle che hanno un grande bacino di pubblico in fondo.... Quelle che non sono mica come Carpi e Frosinone, che poi chi li compra i diritti televisivi. L’intercettazione di Lotito ha un sono familiare ?
Parliamo del Savona: gli viene contestata la partita con il Teramo, nessuna confessione, ci sono indizi ma non vedi prove nemmeno con il cannocchiale. Il principale accusatore, Ninni Corda, lo scorso giugno è stato condannato a tre anni di squalifica e 50mila euro di ammenda dal Tribunale federale nazionale. Corda era stato deferito «per aver posto in essere atti miranti ad alterare lo svolgimento ed il risultato della gara valida per il campionato di Lega Pro, Girone B, Savona-Spal del 6 settembre 2014», si legge nelle carte federali. Capito? Non serve una laurea in legge per capire che qualcosa stona, non quadra, fa a pugni con il buonsenso.
Mettiamola più semplice, il principale accusatore è stato condannato per aver cercato di alterare la partita di una squadra che poi ha denunciato. Due pesi e due misure. E’ come dire che uno più uno fa undici. Il solito discorso, ogni anno lo stessa storia. Quelli ‘forti’ per i poteri forti del calcio (che sono sempre i soliti noti da trent’anni) finiscono sempre in paradiso. Gli altri, vedi Savona, prendono calci in faccia e vadano pure all’inferno. E chissenefrega.
No grazie. Ora basta con questa storia. E’ facile alzare la voce con quelli che si fanno un mazzo così, hanno bilanci puliti, cercano di tirare su un settore giovanile importante e poi vengono messi in mezzo da personaggi discutibili. Ripetiamo, non sappiamo cosa sia successo tra Savona – Teramo: ammesso e non concesso che qualcosa sia successo, non esiste la differenza di trattamento tra liguri e Catania. Magia del ‘pentitismo’ di faccia, potere di confessioni ad ‘orologeria’ che sono puntualissime quando non c’è più tempo per salvare la pelle.
Aspettiamo la sentenza. Siamo inguaribili ottimisti e confidiamo in un barlume di luce in fondo al tunnel anche se questa storia è l’ennesimo capitolo di un brutto film che va in onda da troppi anni: dove il pallone rotola a senso unico. Date un segnale per favore, per una volta: sia giustizia sportiva vera. Non la solita ruota che gira ma va sempre dove porta il potere.
*@controcalcio, pseudonimo utilizzato per gli editoriali inseriti nella nuova trasmissione di Primocanale che inizierà il 25 agosto.
sport
Giustizia sportiva (in)flessibile coi soliti noti
Beati quelli che hanno le spalle grosse
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