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La storia vera di Elnar Wegener, la prima transessuale
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Due premi Oscar, oggi a Venezia, uniti dallo stesso film: il regista Tom Hooper (‘Il discorso del re’) ed Eddie Redmayne che dopo aver interpretato Stephen Hawkins ne ‘La teoria del tutto’ punta decisamente ad una nuova statuetta (lo diciamo subito) con questo ‘The danish girl’, in concorso, che racconta la storia vera della prima transessuale: Elnar Wegener, nato nel 1882, che nel 1930 diventa Lili Elbe sottoponendosi a due interventi chirurgici, un fatto a quel tempo impensabile.

Un film tutto sommato abbastanza scolastico e un po’ ruffiano anche se inappuntabile nella confezione dove a funzionare sono soprattutto tre cose: gli interpreti principali (molto brava anche Alicia Wikander), il tormento interiore del protagonista quando si rende conto di essere una donna intrappolata nel corpo di un uomo e la figura della moglie, innamoratissima di lui, che lo seguirà fino alla fine pur sapendo che in questo modo perderà per sempre l’uomo della sua vita.

Quello che invece non funziona, anzi manca quasi completamente, è il processo psicologico che porta Wegener a rendersi conto del suo essere ‘differente’: un accenno ad un piccolo episodio dell’infanzia e poi tutto che sembrerebbe cominciare come un gioco, posando da donna per le tele della moglie e vestendo abiti femminili per accompagnarla ad una festa da ballo in incognito, anche lui pittore che non amava la mondanità. In verità, piuttosto poco.

Ma quella odierna è anche la giornata del primo film italiano in concorso ‘L’attesa’, opera prima di Piero Messina già assistente di Sorrentino, accolto nella proiezione per la stampa da applausi e qualche fischio. Liberamente tratto da ‘La vita che ti diedi’ di Pirandello, si svolge in una villa nella campagna siciliana dove una madre ospita la fidanzata del figlio, da lui stesso invitata a trascorrere qualche giorno insieme ma che nel frattempo è morto, senza avere il coraggio di dare la notizia alla ragazza.

Così, con il passare dei giorni, si sviluppa il rapporto tra le due donne, peraltro entrambe francesi (la protagonista principale è Juliette Binoche). Ritmi lenti e più silenzi che dialoghi in un afflato autoriale dal quale Messina rimane molto distante. E’ un tema, quello dell’elaborazione del lutto, tra i più frequenti nella storia del cinema recente (si pensi, su tutti, alla ‘Stanza del figlio’ di Moretti) al quale purtroppo ‘L’attesa’ non aggiunge sostanzialmente nulla di nuovo.

Infine, terzo film in concorso oggi: ‘Equals’ di Drake Doremus, conosciuto soprattutto per ‘Like crazy’ che vinse il Premio della Giuria nel 2011 al Sundance Festival, interpretato da Kirsten Stewart e Nicholas Hoult e ambientato in un ideale mondo del futuro dove gli esseri umani sono stati geneticamente modificati e privati delle emozioni nel tentativo di proteggere la società dalla guerra e dall’instabilità motivata dai desideri e dalle passioni che hanno distrutto le generazioni precedenti.

Il tentativo di sopprimere i sentimenti però non sempre va a buon fine e in alcuni individui le emozioni riemergono. Un film che inizia in maniera algida, immerso in una musica new age, per virare poi su toni quasi da thriller per raccontare la fuga di un uomo e una donna che si sono innamorati diventando diversi dagli ‘uguali’ del titolo. Riusciranno ad amarsi? Forse no, ma almeno ci hanno provato.