
La storia è quella dell’ultraottantenne Zev che grazie ad un amico nel pensionato per vecchi in cui vive scopre come la guardia nazista che sterminò la sua famiglia quasi 70 anni prima ad Auschwitz viva in America sotto falso nome. Malgrado le evidenti sfide che la scelta comporta, ormai vecchio e malato di demenza senile, cerca di rendere una giustizia troppo a lungo rimandata ai suoi cari, portandola a compimento con la sua stessa mano ormai tremolante, decisione che dà l’avvio ad un viaggio tra Stati Uniti e Canada che si concluderà in una maniera sorprendente (il che, forse, è il maggior limite del film).
Difficile pensare che il regista canadese di ‘Exotica’, ‘Ararat’ e ‘Il dolce domani’ o lo sceneggiatore Benjamin August non abbiano pensato al racconto di Borges ‘Tema del traditore e dell’eroe’, e tuttavia nonostante la caccia al criminale nazista sopito e dimenticato dal passare del tempo e poi nuovamente inseguito sia un tema piuttosto utilizzato al cinema (si pensi solo a ‘This must be the place’ di Sorrentino) ‘Remember’ ha il pregio di essere un road movie che ricostruisce all’interno dell’intimità di una persona un dramma storico di portata immane, lo studio di carattere che si snoda rivelazione dopo rivelazione nel quale il regista rimuove piano piano tutti gli strati superficiali rivelando l'essenza di un racconto. Ma è anche una testimonianza non banale sulla memoria e sul bisogno di non far spegnere la fiamma che ci lega al passato. E se pure Susan Sontag diceva che “fare pace significa dimenticare”, è pur vero che ci sono drammi e tragedie che rimuovere è impossibile.
IL COMMENTO
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