Promosso il lavoro del commissario Ermini, da rivedere il Pd che pensa di bastare a se stesso. Il ministro della giustizia Andrea Orlando sbarca alla Festa dell’Unità di Genova e fa i conti con la realtà del suo partito in Liguria, tra commissari, fazioni ed elezioni comunali sempre più vicine. E respinge la strategia di un ricompattamento intorno alla corrente di governo: “Non servono sindaci renziani, ma sindaci aperti alla gente”.
Ministro, il partito democratico ligure è ancora sotto la direzione di un commissario. Ci sono sviluppi in vista?
I primi sviluppi sono proprio i passi del commissario Ermini. La sua direzione è quella giusta: costruire clima più positivo all’interno, ma soprattutto riallacciare un rapporto con la società all’esterno. Questa è la premessa fondamentale per creare una piattaforma alternativa. Ed è su questa piattaforma che si deve basare l’opposizione al centrodestra in Regione.
In subbuglio anche il Pd spezzino dopo l’addio del segretario: che succederà adesso?
Le dimissioni del segretario sono dovute alla sua elezione a consigliere regionale. Questo passaggio ha implicato la convocazione di un congresso, e fino a quel congresso proseguirà una forma di gestione collegiale che aiuti a parlare all’esterno. L’importante è focalizzarsi sui problemi dei cittadini ed evitare autoreferenzialità.
Massimo Federici ha detto che alla Spezia servirà un sindaco renziano. Lei come la pensa?
Secondo me serve un sindaco bravo, che sia renziano o non renziano lo valuteremo dopo. Ai cittadini interessa una persona capace, con una buona visione dei problemi, che abbia dedizione verso la cosa pubblica. In realtà della coloritura correntizia interna non importa nulla alla maggioranza cittadini. Ma nemmeno ai militanti e agli iscritti.
Un identikit del futuro sindaco spezzino?
Penso che debba essere in grado di suscitare energie e costruire un rapporto forte coi settori più dinamici in grado di determinare una svolta, continuando il lavoro positivo che è già stato fatto. È necessario trovare candidature e personalità che evitino qualunque messaggio di autosufficienza.
Qualche nome?
No, è troppo presto. Ora La Spezia deve pensare a capitalizzare al massimo il mandato amministrativo e portare a casa risultati.
Di che cosa avrà bisogno il Pd a Genova per riorganizzarsi in vista delle comunali?
Abbiamo perso in tutte le grandi città, è un dato di fatto. Allora, quando si perde in questo modo è necessario ripartire dal rapporto con la società. È un punto fondamentale, non si può dare l’idea di chiusura o sembrare autosufficienti. Va bene realizzare, come indica lo stesso Ermini, coalizioni politiche larghe, ma anche le coalizioni sociali devono essere larghe. Quindi, si chieda alla società civile di essere protagonista. Quando la politica è bocciata e subisce un colpo, il segnale migliore è dimostrare di aver capito la elezione. Anche lasciando spazio a forze che non provengono direttamente dalla politica.
Dunque, chi vede bene come successore di Doria?
Intanto bisogna capire in che modo si arriverà a fine mandato. E poi, chi ha detto che Doria non sarà successore di se stesso?
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