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Il servizio completo mercoledì alle 21 a Viaggio in Liguria
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E' una tradizione che si rinnova ogni anno, a Sant'Olcese. L'inventore è stato il marchese Andrea Pedemonte Cabella, titolare di uno dei due salumifici presenti in paese.

L'originalità della trovata sta nel ricercare figure genovesi in grado, con la loro notorietà e conoscenza del mondo, di promuovere l'eccellenza gastronomica d'alta Valpolcevera: il tutto avviene per mezzo di una cerimonia curata nei particolari dove chi è insignito del riconoscimento si presenta al cospetto del nobile protettore in abito scuro, cravatta rosso sangue del maiale al pari delle calze.

Va così da cinque anni sulle alture di Genova e a entrare nella stretta cerchia voluta da Cabella sono stati tante figure note della Lanterna: dal principe Cesare Albani Castelbarco all'assessore Edoardo Rixi che portò il salame sull'Himalaya in veste di alpinista, dall'ex presidente di Confindustria Giovanni Calvini fino al docente bocconiano Lorenzo Cuocolo nonchè Alessandro Cavo di Ascom.

Oggi l'ambito riconoscimento ha riguardo il duca Caracciolo di Vietri, il notaio Anselmi, don Minetti, i marchesi Raggi, Chiavari console del Cile, il conte Gaslini Alberti, gli avvocati Lamanna, Pastorini, Lunardi, ma anche a Enrico Botte presidente dei Giovani Industriali genovesi e l'armatore Stefano Messina: "Un pomeriggio simpatico e un onore".

Quando chiedi al marchese Andrea Pedemonte Cabella se la scelta abbia riguardato soltanto la Genova bene, il diretto interessato risponde come sempre in modo spontaneo e mai banale: "Certamente c'è qualche patrizio, ma tutta gente meritevole e impegnata a portare in alto il nome del salame di Sant'Olcese in un momento di grande difficoltà per l'economia alimentare".