cronaca

L'ex assessore si difende dalle accuse: "Nessun verbale falso"
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Era il torrente Sturla la maggiore preoccupazione di Francesco Scidone, ex assessore alla protezione civile del Comune di Genova, la giornata del 4 novembre 2011, quando l'alluvione provocò la morte di sei persone, quattro donne e due bambine. Il Fereggiano per lui non era importante "perché qualcuno se ne stava occupando". E' quanto emerso nel corso dell'interrogatorio dell'ex politico per l'alluvione. Scidone è stato interrogato per oltre sette ore dal pm.

E tra i tanti non ricordo e alcune contraddizioni a un certo punto non è riuscito a trattenere le lacrime, quando ha ricordato che la moglie lo aveva chiamato intorno alle 14.30, mentre andava a prendere i bambini a scuola dopo una chiamata del preside, e gli aveva urlato che a Brignole l'acqua stava salendo e stava rischiando di rimanere bloccata.

"Ricordo che mi dissero che era esondato lo Sturla intorno alle 12. Cercai informazioni per capire se c'era qualcuno, se i vigili urbani stavano chiudendo le strade. Ma non ricevevo alcuna informazione. A quel punto iniziai a capire che non potevamo gestire la cosa da soli e che saremmo dovuti andare a chiedere aiuto in Prefettura. Dopo un quarto d'ora mi dissero del Fereggiano, ma non diedi importanza alla cosa perché Mangiardi (ex capo dei vigili urbani) mi aveva comunicato che i suoi uomini stavano chiudendo la strada e quindi era una emergenza gestita". Scidone ricorda la presenza della ex sindaco Marta Vincenzi al Matitone, ma la colloca a ridosso delle 13, per pochi minuti. "Era frastornata perché le dissi velocemente di tutte le criticità e che dovevamo scappare in Prefettura". Ma una volta arrivati in Prefettura "ebbi una sensazione di inutilità. Il Prefetto ci ordinò di tornare al Matitone mentre loro si sarebbero spostati nella sede della protezione civile regionale. Chiesi se era il caso di andare anche noi e il Prefetto ci disse di no".

Per quanto riguarda il falso verbale, l'ex assessore Scidone ha negato la riunione e il verbale taroccato. "Non ci fu nessuna riunione. Conoscendo la Vincenzi è inverosimile che io possa avere detto di fare un verbale falso e che lei sia stata zitta". L'ex assessore ha ribadito di non avere controllato il brogliaccio del Coc, in cui venivano annotate tutte le comunicazioni, in modo approfondito. "Notai solo che mancava la comunicazione dell'esondazione dello Sturla. Dell'orario diverso del Fereggiano mi diedi la spiegazione che era stato indicato l'orario dell'annotazione e non della notizia".

Nel processo, oltre all'ex assessore, sono imputati l'ex sindaco Marta Vincenzi e i dirigenti comunali Pierpaolo Cha, Gianfranco Delponte e Sandro Gambelli, tutti accusati di omicidio colposo e disastro colposo, calunnia e falso. L'ex coordinatore dei volontari Roberto Gabutti è accusato solo di falso e calunnia.