
La svolta sul porto segnata da Basso e Lunardon è un cambiamento di linea del Pd sulla gestione del porto e dei porti. Basta regalie. Importantissimo tutelare l’impresa privata, ma guai a dimenticare che i porti stanno dentro le città e quello di Genova più di altri perché la compenetra e la condiziona pesantemente anche dal punto di vista urbanistico.
Genova e il suo porto non sono repubbliche autonome. Sono un tutt’uno e anche per questo hanno avuto rapporti difficili e scontri epocali.
Ora non deve essere più così. Le concessioni, cioè l’uso di spazi pubblici così strategici non sono come affittare un appartamento. Bene se le industrie locali vanno avanti e investono e danno occupazione ai giovani del territorio. Bene se rendono agli imprenditori che avranno così più interesse a investire. Ma ogni scelta va letta tenendo conto delle ricadute nella città e nella regione.
La sortita di Lorenzo Basso e Giovanni Lunardon apre un fronte nuovo nel Pd locale. Il commissario David Ermini ne dovrebbe tenere conto, indicando una nuova strada da percorre che finalmente stacchi gli ormeggi dalla palude in cui la nave Pd si è arenata dopo il fiasco elettorale, per avviarsi verso le comunali di Genova senza la zavorra della sconfitta.
IL COMMENTO
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