cronaca

Il bilancio dell'attività presentato al direttore della Dia nazionale Ferla
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Sorveglianza speciale per un imprenditore spezzino affiliato alla 'Ndrangheta, che aveva tentato di nascondere i suoi beni intestandoli a un prestanome. Beni per 35 milioni sono stati inoltre sequestrati ad altri 7 impresari della stessa provincia.

Per finire, provvedimenti interdittivi antimafia per tre aziende savonesi, e quattro rigetti alle iscrizioni alla "white list" nei confronti di imprese di Albenga e di Loano connesse con la criminalità organizzata.

E' il bilancio degli ultimi 10 mesi di lavoro della Dia (Direzione Investigativa Antimafia) di Genova, presentato in occasione della visita nella sede di corso Saffi del generale Nunzio Antonio Ferla, direttore della Dia nazionale.

Ad essere sottoposto alla sorveglianza speciale dopo l'arresto è stato Domenico Romeo, imprenditore di Arcola nel settore dell'autotrasporto.

Fra gli altri sette imprenditori spezzini che si sono visti sequestrare ingenti beni Roberto Piras, che ha ricevuto due ordinanze di custodia cautelare per riciclaggio ed intestazioni di fittizie a prestanomi.

Per quanto riguarda le interdizioni, la Dia ha colpito il gruppo Fotia a Savona, che si occupa di movimentazioni di terra, e due società di Carmelo Gullace, "albenganese di Cittanova" impegnato nella gestione delle cave e nella movimentazione di terra.

Escluso dalle "white list" necessarie per partecipare agli appalti Antonio Fameli, loanese originario di Rosarno, arrestato per riciclaggio e altri reati associativi.