Il mercatino abusivo di corso Turati si è spostato in corso Quadrio, ma le polemiche non accennano a placarsi. Stamattina un gruppo di residenti, commercianti ed esponenti della Lega Nord ha presidiato l’area. Il Comune, da parte sua, parla di “progetto di integrazione sociale” e sostiene l’attività in collaborazione con l’associazione “Chance”.
A controllare la zona c’è la Polizia Municipale, pronta a intervenire in caso di sospetta merce contraffatta. Pronti, via, e scatta subito la verifica su due borse di marca nota. Nulla di fatto, le borse non sono nuove, ma resta dubbia la loro provenienza. “È tutta roba usata, si vede”, spiega Hassad, un mediatore culturale che gira tra i venditori parlando in arabo. Tra vestiti stracciati e mercanzia varia ci sono anche un decoder, router, telefoni fissi e cellulari. Nessuna garanzia che non si tratti di merce rubata, a parte l’eventuale intervento dei vigili. Ma Hassad insiste: “È tutta roba raccattata nella spazzatura, se la scambiano tra loro. Mercato è una parola grossa, qualche se vendessero merce per due euro non sarebbe un mercato. Vedete? È tutto regolare e ordinato”.
Ed è questo il cavallo di battaglia: non si tratterebbe di vendita abusiva, ma di scambio. “Macché, qui si compra e si vende a tutti gli effetti – contrattacca Claudio Garau, rappresentante del comitato dei residenti che ha raccolto un migliaio di firme contro il mercatino – Inutile dire che questo è un piccolo baratto per integrare le persone. Non si capisce chi controlla il controllore, ci garantiscono che le persone devono essere censite invece solo i volontari hanno controllato. Oggetti di poco valore? Anche se il profitto è piccolo, sarebbe stato meglio darlo ai disoccupati genovesi”.
Gli operatori di “Chance” assicurano che la procedura viene seguita regolarmente: identificazione, registrazione, assegnazione di un lenzuolo di uguali dimensioni per ciascuno. Al momento si può esporre cinque giorni alla settimana, poi ci saranno turnazioni. Presente in corso Quadrio anche il segretario del Pd genovese Alessandro Terrile: “Siamo passati dalla situazione di via Turati a un progetto che prevede l’identificazione dei venditori. C’è una differenza tra gli episodi di illegalità, che verranno repressi, e questo fenomeno marginale, di sussistenza. Stiamo parlando di scarpe usate, ferri vecchi. Questi fenomeni si vedono in tutta Europa. Forse si può ragionare sul luogo, ma la strada è quella giusta”. E i voti persi? “Non è stata la vicenda di via Turati a incidere, sono gli altri ad averla strumentalizzata”.
Sul piede di guerra anche Stefano Garassino, vicesegretario genovese della Lega Nord: “Incredibile che venga promossa l’illegalità nel comune dove si paga l’occupazione suolo più alta d’Italia. O pagano tutti o non paga nessuno. Sicuramente non è una buona immagine per una città che punta ad avere visibilità turistica in Italia e nel mondo.
“Consiglio a Marco Doria di ascoltare la gente”, ha detto a Primocanale l’ex Pd Sergio Cofferati, che a Bologna finì nel mirino per aver sgomberato un campo profughi sul Lungoreno – il Comune dovrebbe individuare la zona più idonea senza provocare tensioni o addirittura contrapposizioni da parte degli abitanti”.
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Corso Quadrio, il mercatino abusivo diventa legale: presidio di commercianti e residenti
Infuria la polemica: "Altro che baratto, si vende merce sospetta"
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