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Scrive Gerevini che "il 7 dicembre 2014 Enrico Preziosi si presenta dal notaio Ubaldo La Porta di Milano. Ha un debito, attraverso la sua controllata Fingiochi, con un certo Enrico Bognier: 4.368.510,23 euro. Bognier, si legge nell'atto notarile di cui il Corriere ha copia, si fa rappresentare da Carlo Rigamonti.
Preziosi, dunque, «a garanzia dell’adempimento dell’obbligazione» dà in pegno a Bognier il 100% della società E.P. Preziosi Participations. Occhio: si tratta della holding di tutto il gruppo che controlla Fingiochi e quindi il Genoa e Giochi Preziosi. Se l'industriale non paga Bognier si piglia tutto. Ma chi è? È l'anziano, 76 anni, responsabile della sede di Hong Kong della Giochi Preziosi. Telefonata a Hong Kong: «Atto notarile?», Bognier cade dalle nuvole. «Onestamente non ne so nulla». Quattro milioni non si dimenticano. «Quattro milioni? Sarebbero miei? Rigamonti mi rappresenta nell’atto? So solo che è il commercialista di Preziosi». Telefonata al presidente del Genoa, già sotto pressione per le accuse della Procura di Milano di aver finanziato il Genoa con prestiti in nero della Infront: «Ho venduto tutto, compresi i mobili. Appena avrò i 4 milioni li ridarò a Bognier così si estingue il pegno». Veramente lui non ne sa nulla. «È da 50 anni in Cina, si sarà spaventato...». Tutto molto strano e, per ora, indecifrabile".
IL COMMENTO
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