Le carni lavorate definite cancerogene dall’agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’Organizzazione mondiale della Sanità diventano un caso che tocca da vicino grandi e piccole imprese. La notizia anticipata nei giorni scorsi ora è ufficiale: salsicce, wurstel, pancetta vengono inserite nel gruppo 1 delle sostanze che causano il cancro. E’ il gruppo dove si trovano le sostanze a pericolosità più alta come il fumo e il benzene.
In Liguria i produttori di carni lavorate non mancano. Il caso più eclatante è quello di Pignone, dove la salsiccia è da decenni uno dei prodotti tipici, perché preparata non con gli scarti, ma con le prime scelte della carne suina.
“Ci siamo inventati 40 anni fa un sistema della salsiccia diverso: prima si usava lo scarto di lavorazione, noi scegliamo i pezzi migliori per la salsiccia – spiega uno dei maggiori produttori Fulvio Viaggi – Per il resto la produzione è semplicissima: prendiamo le materie prime già selezionate, poi le lavoriamo. E’ carne di prima qualità, italiana, certificata”.
La salsiccia cancerogena? Viaggi non intende dare troppo peso a questa notizia: “Noi speriamo che non ci sia niente di cancerogeno. Sappiamo però che lavoriamo da sempre puntando sulla qualità. Ci sono gli organi competenti che fanno molti controlli, la Asl in primo luogo. E’ giusto così, c’è collaborazione, perché noi vogliamo lavorare per garantire la massima qualità dei nostri prodotti”.
Il timore, ora, è che si diffonda la psicosi della salsiccia: “Certo, abbiamo un po’ paura, i consumatori ascoltano queste cose. Per noi comunque sarà un stimolo in più per dare il meglio, usare prodotti sempre più qualitativamente elevati. Ma i nostri clienti lo sanno: abbiamo avuto consensi che non ci aspettavamo: vendiamo in tutta la provincia della Spezia, ma anche in Lunigiana, a Carrara, e in Liguria almeno fino a Genova. La qualità è garantita”.
IL COMMENTO
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