cronaca

Al polo tecnologico personale più che dimezzato in sette anni
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Una nuova scure si abbatte su Ericsson, l'azienda hi-tech mondiale tra le primi a prendere sede nel parco tecnologico degli Erzelli di Genova. Nessuno stop alla scia d'esuberi negli ultimi sette anni. E i sindacati insorgono. Martedì 3 novembre, sciopero di 8 ore con presidio davanti alla sede di Erzelli.

L'operazione Erzelli trova nella vicenda Ericsson l'ennesimo ostacolo alle ottimistiche prospettive di sviluppo. Secondo l'azienda, sarebbero ancora cinquanta le "eccedenze" su Genova. Dal 2008 i dipendenti si sono più che dimezzati, passando da 1.100 a 600. Nella riunione a Roma con le sigle sindacali e i rappresentanti del Ministero del Lavoro, Ericsson ha fatto intendere che non ci sarà nessuna retromarcia.

A preoccupare i sindacati è soprattutto la decisione di partire subito con le lettere di licenziamento. Spiega Daniele Gadaleta, coordinatore Slc Cgil Liguria: "Il numero delle 'eccedenze', termine assai curioso usato dall’azienda per non parlare di esuberi, è diminuito dagli iniziali 150 agli attuali 46, dopo le uscite incentivate e la prima timida apertura di oggi al ricollocamento di alcuni lavoratori come da noi richiesto fin dall'inizio. A Genova, ormai, c'è poco da rosicchiare. Ci preoccupa questo cambio di paradigma da parte dell'azienda".

Ferma opposizione alle "lettere trancianti", i sindacati chiedono di riaprire le trattative: "È necessario che si faccia ancora uno sforzo per trovare gli spazi di ricollocazione e conversione professionale ed evitare un altro dramma sociale quale quello dei licenziamenti che in una multinazionale che occupa nel nostro paese quasi 4 mila dipendenti è facilmente evitabile".

"Questa decisione aziendale, se confermata - prosegue Gadaleta - oltre a rappresentare un vero e proprio dramma per tante famiglie, sarebbe una sconfitta per il nostro Paese che non riesce a salvaguardare un know-how all’avanguardia nel settore delle telecomunicazioni".