
"Anna può avere ucciso, se la vittima quel giorno le ha risposto male o l'ha trattata male lei ha cominciato a menarla..".
L'ha detto rispondendo alle domande dei cronisti appena uscito dall'aula della corte di assise Maurizio, fratello minore di Anna Lucia Cecere, la donna imputata per il delitto di Nada Cella avvenuto nel 1996 a Chiavari. "A me aveva detto che non è stata lei a uccidere, io le ho fatto domande scomode per vedere sin dove arrivava perché non mi convinceva perché non voleva parlare per telefono o mi chiamava da cellulari non suoi...".
"Se mia sorella ha sbagliato deve pagare"
L'uomo oggi è stato sentito in aula davanti ai giudici della Corte di Assise e ha raccontato degli scatti di umore della sorella con cui ora non ha più rapporti, "se ha sbagliato deve pagare" ha aggiunto Maurizio che vive fuori Liguria e lavora nel settore della sicurezza.
La tragica storia della famiglia gela l'aula
Aldilà di quanto dirà poi ai giornalisti, le parole di Maurizio riferite in aula oggi hanno fatto scendere il gelo perché l'uomo ha raccontato la tragica storia della sua famiglia, genitori e cinque figli, originaria di Venafro, un piccolo paese del Molise dove il padre alcolizzato picchiava sistematicamente tutti e poi ha appiccato le fiamme alla casa con i cinque figli dentro.
Il papà alcolista bruciò la casa con dentro i figli
"Siamo tutti salvi ma portiamo sul corpo tutti le trecce delle fuoco, e non solo delle ustioni". Una famiglia che dopo è stata smantellata, "noi figli siamo stati dati in adozione, Anna Lucia è arrivata a Chiavari, l'unico che è stato affidato ai nonni è stato quello disabile, diventato disabile dalle botte che ha preso da papà". Padre che poi è morto travolto da un'auto tanto che in paese, ha detto ai cronisti Maurizio, si dice che l'automobilista che l'ha ucciso sia stato pagato dal nonno, che invece è sempre stato un buon nonno.
Il fratello: "Penso che possa avere ucciso"
Maurizio ha raccontato in aula che è stato lui a volere ritrovare i fratelli e la sorelle, "con Annalucia poi il rapporto si è troncato perché lei quando viene contraddetta diventa molto violenta".
Maurizio, finita la testimonianza, poi ha ammesso ai cronisti: "Penso che lei possa avere ucciso, ma è una mia sensazione".
L'esperto di Bottoni inguaia Cecere
L'udienza oggi è iniziata con l'esperto di bottoni Stefano Cannara, nato a Genova esattamente 66 anni fa compiuti oggi, a capo di un'azienda creata dal nonno, il Bottonificio di Busseto (Parma) che li disegna, li produce e li commercia. Cannara, che vive a Appiano Gentile, Milano, ha confermato che quello rinvenuto sulla scena del delitto era privo della ghiera e dunque è dello stesso tipo di quelli sequestrati nel 1996 dai carabinieri in casa di Cecere e poi a lei restituiti.
L'ex compagno: "Mi ha richiamato quando è stata indagata"
Interrogato anche Adelmo Roda, professore dell'istituto Nautico in pensione ed ex fidanzato dell'imputata, che ha raccontato che Anna era una compagna molto gelosa e ha confermato che lei si era fatta sentire dopo tanti anni nel 2021 quando è stata indagata tentando di spostare in avanti la data della fine della loro relazione in modo da smentire che lei cercasse di accasarsi con Soracco, il datore di lavoro della vittima indagato per favoreggiamento, che è poi il movente del delitto per gli inquirenti.
"Quando le ho chiesto perché mi pressava con questa storia ha interrotto ogni rapporto con me - ha detto davanti ai giudici Roda - La nostra storia invece era finita nel 1995 perché mia mamma si era arrabbiata nell'apprendere che le aveva già un figlio".
"Ho continuato a vederla sporadicamente da amici anche dopo - ha aggiunto Roda - ci vedevamo alla Dolce Vita a ballare. Io andavo con la mia comitiva, lei con la sua. L'ho vista anche con Soracco. Quando sono state riaperte le indagini mi cercò: continuava a farmi domande sulla nostra relazione, continuava a dire che era finita dopo l'omicidio di Nada, ma in realtà era finita prima"ha ribadito Roda.
In aula il padre del figlio di Cecere
Il figlio Cecere lo aveva avuto nel 1991 da Ottavio Cini, più grande di lei di oltre 30 anni, con cui era andata a convivere per assistere la suocera anziana dell'uomo, anche lui oggi ascoltato in aula, come la moglie Laura Gabrielli.
Il matrimonio era finito proprio a causa di Anna Lucia, poi diventata compagna dell'uomo, già allora 45enne. Poi nel '91 è nato un bambino, che l'imputata poi "ha abbandonato" e lasciato al padre.
La coppia aveva conosciuto Anna Lucia quando era molto piccola perché non potendo avere figli ogni tanto ottenevano dalla parrocchia di ospitare o portarla a fare una gita i minori affidati alla Curia di Chiavari.
L'uomo svela anche di un aborto dell'imputata
Anna Lucia poi crescendo era tornata in Molise dai nonni per poi tornare in Liguria dopo i diciott'anni. Fra le prime porte dove era andata a bussare quella della casa della coppia, per chiedere un lavoro, la sua ossessione. Da lì l'idea di Laura Gabrielli, di aiutarla prendendola a lavorare in casa per assistere l'anziana madre. Non ha mai saputo la donna che il marito di nascosto, come ha svelato in aula l'uomo, l'aveva portata ad abortire perché era rimasta incinta dopo un rapporto con un ragazzo. La convivenza dell'anziana coppia con Anna Lucia era poi degenerata e ha portato alla fine del rapporto fra Ottavio e Laura. Da lì è nato il rapporto fra l'uomo e Cecere, da cui, nel 2021, è nato il figlio, che Anna Lucia, ha raccontato Ottavio in aula, ha poi abbandonato a lui quando aveva appena un anno e mezzo.
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