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Così il sindaco di Ventimiglia all'assemblea nazionale Anci
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Nelle scorse ore il sindaco di Ventimiglia, Enrico Ioculano, ha partecipato come relatore al dibattito “Le persone al primo posto. Accoglienza e integrazione nel rispetto della legalità e delle identità” organizzato nell’ambito della 32° assemblea dei comuni italiani tenutasi a Torino. L'intervento si è focalizzato sulle problematicità che si sono riscontrate nell’affrontare l’emergenza migranti. Ioculano ha sottolineato come la complessa procedura di attribuzione di responsabilità tra le istituzioni può minare il buon funzionamento del sistema di accoglienza. E ha poi ammonito: "Se le nostre ‘comunità’ non sono pronte e non sono serene non si può fare accoglienza, integrazione e solidarietà”.

“C’è molto da rivedere in quello che è il nostro sistema di accoglienza dal punto di vista dell’emergenza, il caso della mia città ha messo a nudo i rapporti di responsabilità tra le istituzioni", ha dichiarato il sindaco. "Se la città di Ventimiglia, che ha un determinato bilancio e una sua forza specifica, fosse stata una città più piccola, non in grado in poche ore di far fronte a 100, 150mila euro di costi imprevisti cosa sarebbe accaduto? Oltretutto bisogna avere anche una immediata capacità di reazione”.

Il primo cittadino ha poi parlato dell’equilibrio da raggiungere tra rispetto delle esigenze dei propri cittadini, solidarietà verso la situazione drammatica dei migranti e mantenimento di buone e efficienti relazioni con le istituzioni. “La collaborazione con le prefetture non è semplice perché rispondiamo a logiche diverse. L’assunzione di responsabilità per creare un centro di accoglienza nel cuore della città è qualcosa di difficile da concretizzare. Quando giravano le immagini di Ventimiglia su tv e giornali di mezzo mondo (e appariva un’immagine in parte distorta o problematica della nostra città) … insomma bisogna avere l’attenzione di rapportarci con i nostri cittadini in un certo modo, ascoltarli. Purtroppo non tutte le istituzioni con cui si collaborava in quel momento avevano questa sensibilità", ha sottolineato Ioculano. "E invece, per quanto riguarda i migranti, io non voglio chiamare 'problema' questa situazione perché non dobbiamo dimenticarci che parliamo di persone che stanno affrontando un dramma umano”.