
"La piazza principale di La Spezia da circa 3 anni è transennata per un progetto di rifacimento bloccato da ricorsi della Soprintendenza, esposti dei cittadini, interventi ministeriali e della Direzione regionale per i Beni culturali e paesaggistici della Liguria".
"Una girandola di veti e controveti partiti con il taglio di 10 pini marittimi e sfociati con il ritrovamento di alcuni presunti reperti archeologici che hanno scatenato una polemica che ha coinvolto critici d’arte che continuano a imperversare in talk show tv nazionali".
'A&B' ricostruisce la vicenda dal punto di vista tecnico, mentre l'ingegner Paolo Caruana dice con decisione il suo 'Basta!' a una situazione che sta penalizzando i cittadini, le attività economiche e anche il prestigio delle istituzioni.
«L’Ordine degli Ingegneri - afferma fra l’altro Caruana - di fronte al malumore crescente dei cittadini e a una situazione che oggettivamente sta diventando sempre più pesante, leva la sua voce preoccupato anche per i rischi che corrono i professionisti quando asseverando un qualunque atto tecnico si assumono la responsabilità della sua esattezza".
"E se in base a questo i cittadini ottengono un’autorizzazione, è giusto che questa sia definitiva, non che possa essere ritirata quando i lavori sono iniziati. Come è avvenuto nel caso della piazza spezzina. Se accade ciò vuol dire che qualcosa non torna, che il sistema ha delle falle, che le leggi non vengono interpretate in modo giusto. Ma non deve, per questo, pagare l’anello debole della catena. È l’ora che ognuno si assuma le proprie responsabilità!".
IL COMMENTO
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