cronaca

Dopo le proteste dei lavoratori in consiglio comunale
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Il Comune di Genova "difende l'Ilva, prima impresa siderurgica italiana, azienda strategica per il Paese, e chiede che sia presentato al più presto un aggiornato piano industriale che preveda investimenti e prospettive di sviluppo per l'azienda e per tutti i suoi stabilimenti". Lo ribadisce la Giunta Doria in una nota diffusa a seguito delle proteste di un gruppo di lavoratori e sindacalisti Ilva a Palazzo Tursi in consiglio comunale.

"Il futuro dell'impianto di Cornigliano non può prescindere da un impegno complessivo sul futuro del'azienda. Tale scenario è quello che meglio consente la tutela del lavoro e dei lavoratori sia sotto il profilo dei livelli occupazionali che di quelli di reddito", sottolinea la giunta Doria.

"Il Comune richiama il Governo a garantire le risorse necessarie al perseguimento di questi obiettivi. Ciò affermato in modo netto e non equivocabile, l'amministrazione comunale non può esimersi da una riflessione sulla migliore utilizzazione di spazi non utilizzati e non necessari per quelle attività siderurgiche alle quali non intendiamo rinunciare", esorta la nota.

"In questa prospettiva riteniamo necessario che si compia ogni sforzo perché i bisogni espressi dal sistema economico genovese possano trovare adeguate risposte con positive ricadute sull'occupazione e lo sviluppo della città", conclude riferendosi ad Ansaldo Energia.

LA PROTESTA IN SALA ROSSA - Una quarantina di lavoratori Ilva iscritti alla Fiom Cgil dagli spalti del consiglio comunale di Genova hanno costretto il presidente dell'assemblea Giorgio Guerello a sospendere i lavori per una conferenza dei capigruppo. Dopo un intervento in aula del sindaco Marco Doria sulle prospettive dell'Ilva di Cornigliano il segretario generale Fiom Cgil Genova Bruno Manganaro con un urlo dagli spalti ha chiesto di poter intervenire anche lui al microfono in aula ricevendo una risposta negativa dal presidente Guerello visto che non lo prevede il regolamento.

5 MILIONI PER INTEGRARE IL REDDITO - "Da gennaio 2016 i lavoratori Ilva di Cornigliano rischiano di pagare pegno per l'ennesima volta, servono 5 milioni di euro per integrare il loro reddito, il primo problema è che servono i soldi. La zincatura e la banda stagnata a Cornigliano c'erano già nell'accordo, non c'è nulla di nuovo oggi. Non si può giocare a monopoli con le aree Ilva di Genova", ha detto il segretario generale Fiom Cgil Genova Bruno Manganaro.


NO AL PIANO SPEZZATINO - "Il Comune di Genova dice 'no' a soluzioni spezzatino per l'Ilva, il nuovo piano industriale deve rilanciare il gruppo in modo integrato compresi i reparti a caldo di Taranto. Per Cornigliano e per l'intero gruppo chiediamo che il nuovo piano industriale sia presentato al più presto che sia un piano finanziariamente sostenibile, con investimenti misurabili e con funzioni specifiche per ogni stabilimento. La dichiarazione di intenti per Cornigliano con la conferma della zincatura e la banda stagnata non ci basta. Servono i fatti", ha sottolineato il sindaco Marco Doria in consiglio comunale".