
A mettere alle strette la donna è stata la normativa vigente sul lavoro in somministrazione (ex interinale), che proibisce alle neomamme di svolgere turni notturni per un anno dal parto. Il contratto stipulato con l'ospedale prevedeva la disponibilità su 24 ore, così è scattato il licenziamento.
“È ora di cambiare queste norme assurde che non prevedono tutele in casi come questi – spiega Luca Nanfria, rsu Usb per l'ospedale Gaslini – L'unica sicurezza che hanno è il posto assicurato in caso di reiterazione del contratto. Ma in questo caso ne servirebbe uno nuovo. Intanto chiediamo di reintegrare questa lavoratrice escludendo i turni notturni, visto che il direttore amministrativo ci aveva rassicurato che non sarebbe successo niente, invece oggi lei vive con il sostegno di disoccupazione”.
Un caso che, per ora, sembra isolato, anche se dall'Usb vogliono vederci chiaro: “Abbiamo aperto un gruppo Facebook, 'Figli di nessuno Usb', sperando che emergano situazioni come questa. Le condizioni degli interinali sono sconosciute, non ne parla nessuno”.
IL COMMENTO
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