
Uno tra i più classici spettacoli natalizi per le sue caratteristiche di favola a lieto fine e per la vicenda pervasa da una fatata atmosfera di festa: una fiaba fatta di dolciumi, soldatini, alberi di natale, fiocchi di neve e fiori che danzano, topi cattivi, prodigi, fatine e principi azzurri.
Il balletto, che debuttò il 5 dicembre 1892 al Teatro Marijinskij di San Pietroburgo, è dichiaratamente ispirato a una favola di Hoffmann, riletta - nella riduzione per bambini di Alexandre Dumas padre - da Ivan Vsevolo?skij, librettista e allora direttore dei Teatri Imperiali, che ne diede l'impronta di fiaba infantile e dal grande coreografo Marius Petipa. Tchaikowski ne ha scritto una musica eterea e dolcissima che accompagna il sogno di una bimba che si addormentata sotto l'albero di Natale e nel sogno rivive la storia attraverso paesaggi sonori diversissimi, dipinti con mano leggera e vivace.
La vena melodica, ritmica e timbrica del compositore russo qui sembra inesauribile: i numeri danzati si susseguono uno dopo l’altro inanellando idee musicali che si imprimono per sempre nella memoria dell’ascoltatore. La danza cinese, quella araba, il valzer dei fiori: temi che tutti conoscono, anche senza saperlo. 'Lo Schiaccianoci' approda al Carlo Felice nell’interpretazione del Balletto dell’Opera Nazionale di Riga che danzerà la versione coreografica del suo direttore artistico, Aivars Leimanis: una rivisitazione del libretto originale di Petipa.
IL COMMENTO
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