
Servono “chiarimenti e interventi rapidi nel rispetto dell’inchiesta giudiziaria in corso” dice Fontana aggiungendo che “La Spezia è riuscita a far sopravvivere il porto a quasi un decennio di decisioni e scelte contradditorie sul tema dei dragaggi, trovandosi comunque costretta a posticipare importanti scelte di sviluppo”.
Nell’inchiesta della Procura, partita da un esposto delle associazioni ambientaliste dopo la moria di muscoli che ha danneggiato gli impianti di mitilicoltura un anno fa, ci sono tre indagati: un dirigente dell’autorità portuale e due imprenditori delle ditte che stanno materialmente eseguendo i lavori di dragaggio e bonifica. Inoltre è stato sequestrato il fondale del Molo Fornelli, anche se la magistratura ha comunque consentito il normale svolgimento delle attività portuali. Secondo gli inquirenti i lavori sono stati eseguiti non rispettando le prescrizioni ambientali previste: in particolare non sono state ancorate al fondale le banne a protezione del fondale marino che avrebbero impedito una fuoriuscita dei fanghi dalle aree delimitate per gli escavi.
La Spezia Port Service interviene anche sul dibattito relativo allo sviluppo del Porto e alle polemiche tra Comune e Autorità Portuale, auspicando il superamento delle divisioni: “Ciò vale per le crociere – sottolinea Alessandro Laghezza, Presidente dell’Associazione spedizionieri di La Spezia e componente di La Spezia Port Service – migliorando la percezione e quindi lo sforzo per generare ricadute positive cittadine di questo business, esattamente come vale per i containers che non possono essere valutati in funzione di un loro rapido transito come elementi di sacrificio di territorio, bensì come driver di sviluppo di importanti attività indotte sul territorio”.
E nel pomeriggio dall'Autorità Portuale della Spezia è arrivata una nota in riferimento all'inchiesta portata avanti dalla Procura sulla questione dei dragaggi in porto:
In relazione ai recenti fatti relativi alle indagini su presunte difformità nell'esecuzione dei dragaggi che avrebbero determinato asserite dispersioni di sedimenti e il conseguente presunto “danno ambientale”, l'Autorità Portuale intende ribadire che tutte le norme procedimentali previste dal Ministero dell’Ambiente e raccolte nel capitolato di progetto, finalizzate alla salvaguardia dell’ecosistema marino, sono state rispettate, che l'attività di monitoraggio condotta da ARPAL, concomitante con le attività di dragaggio, ha consentito di controllare il tasso di torbidità continuamente e che, negli unici episodi in cui il monitoraggio ha evidenziato il superamento dei valori normali del tasso di torbidità, sono stati tempestivamente presi provvedimenti al fine di verificarne le cause e per proseguire i lavori nel rispetto delle normative.
I dati scaturiti dal monitoraggio, come più volte ribadito, sono pubblici e facilmente consultabili dal sito dell’Autorità Portuale, sezione ambiente/monitoraggi, come sono pubblici e scaricabili tutti i verbali di riunione con gli Enti di controllo (Capitaneria di Porto, ARPAL, IZS etc.) relativi all’andamento dei lavori di dragaggio (scaricabili dal sito dell’Autorità Portuale della Spezia al seguente link: http://www.porto.laspezia.it/it/ambiente-2/dragaggi/allegati/allegati%20relazione/).
L’Autorità Portuale esprime, dunque, massimo rispetto e fiducia nei confronti della Magistratura, confidando che i risultati delle indagini in corso possano definitivamente confermare la correttezza dell’azione dell’Ente.
IL COMMENTO
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