Sospesa l'occupazione della sede del Comune di Genova da parte dei lavoratori dell'Ilva: il prefetto Fiamma Spena ha annunciato la convocazione per il 18 gennaio del Comitato di Vigilanza in Prefettura alla presenza di un rappresentante del Governo.
I lavoratori chiedono la modifica dell'emendamento Basso che prevede un milione e 700 mila euro fino a settembre di quest'anno per integrare il reddito dei lavoratori con contratto di solidarietà dal 60% al 70%, contro i due anni inizialmente previsti. Hanno occupato palazzo Tursi per tutta la giornata. Poi, l'annuncio dato da Manganaro e la decisione di riunirsi in una nuova assemblea mercoledì.
L'emendamento non assegna alcun finanziamento per i lavori socialmente utili né definisce alcun investimento nella banda stagnata che garantirebbe il futuro dello stabilimento di Cornigliano. Il governatore Giovanni Toti e il prefetto Fiamma Spena hanno mediato col Governo per ottenere la convocazione del Comitato di Vigilanza.
Ma i lavoratori erano pronti a fermarsi durante la notte se il Governo non avesse fissato l'incontro. "La Fiom continuerà l'occupazione di Palazzo Tursi finché il prefetto di Genova non ci darà una data precisa per l'incontro con il governo - aveva detto il segretario generale Fiom Cgil Genova, Bruno Manganaro - Gli impegni non ci interessano, vogliamo certezze". Dopo aver chiesto di organizzarsi per passare la notte a Tursi e aver ricevuto risposta negativa, una porta è stata aperta a spallate e circa un centinaio di lavoratori è entrato nella sala occupandola. "Atto gravissimo e inaccettabile", ha scritto il sindaco Doria in una nota.
Il consigliere e capogruppo Pd, Alessandro Terrile, è stato spintonato e insultato all'uscita da un gruppo di contestatori. "Ci prendiamo anche gli sputi, ma in questi giorni il Pd è l'unico ad aver portato un risultato nella delicata vertenza Ilva", così ha commentato su Facebook.
Tra i lavoratori anche il segretario nazionale della Fiom Rosario Rappa: "A Genova c'è un accordo di programma che contiene anche il futuro industriale di Genova - ha detto -. Quindi qualunque piano industriale sull'Ilva deve partire da quell'accordo: non solo la tutela del reddito ma anche importanti investimenti nella banda stagnata".
A livello nazionale intanto cresce la preoccupazione per la vendita del gruppo che dovrebbe avvenire entro giugno: "Il decreto - ha detto Rappa - prevede per l'acquirente l'impegno a adeguati livelli occupazionali e non la salvaguardia degli attuali livelli occupazionali".
UILM E FIM CONTRARI ALL'OCCUPAZIONE - I segretari regionali Uilm e Fim hanno invitato a non partecipare all'occupazione. ''Noi siamo per trovare soluzioni, non per bloccare la città - afferma Apa - La Fiom, senza consultare nessuno, ha convocato uno sciopero e portato avanti l'occupazione di Palazzo Tursi. Diciamo no al protagonismo. La certezza di reddito e la continuità lavorativa ci sono dell'emendamento Basso, ora bisogna arrivare al rispetto completo dell'Accordo di programma. Auspichiamo la presa in carico dei lavoratori Ilva da parte del Comune di Genova attraverso i lavori socialmente utili, ma rifiutiamo l'assistenzialismo, perché la vera dignità per un lavoratore sta nella ripresa dell'attività produttiva".
I nodi da sciogliere restano i lavori di pubblica utilità per il Comune di Genova da parte dei lavoratori Ilva, la loro durata fino al 30 settembre ritenuta "troppo breve" dai sindacati, l'inserimento dell'Accordo di programma con la salvaguardia di tutti i posti di lavoro nel decreto Salva Ilva, il cui esame comincia oggi in aula alla Camera, in vista della privatizzazione da concludere entro giugno.
BASSO: "EMENDAMENTO, RISULTATO POSITIVO" - Lorenzo Basso, deputato Pd firmatario dell'emendamento che i sindacati chiedono di modificare, commenta: "Le preoccupazioni dei lavoratori sono legittime, ma allo stesso tempo bisogna dare atto al Governo e al gruppo Pd di aver raggiunto un risultato positivo. Solo Genova gode dell'integrazione fino al 2016. Anche noi siamo preoccupati per il destino di Ilva – prosegue Basso – ma nel futuro di Genova vedo ancora le acciaierie, gli attuali impianti e nuovi investimenti per la zincatura. Serve un ragionamento molto serio per sfruttare al meglio le aree, è importante per una città come Genova sviluppare maggiormente il tessuto industriale".
LA COMMISSIONE REGIONALE APPROVA ODG - La III Commissione Attività produttive Cultura formazione e lavoro della Regione Liguria ha intanto approvato all'unanimità un ordine del giorno che chiede garanzie precise sul mantenimento degli attuali livelli occupazionali e sulla continuità di reddito dei lavoratori. Il documento prevede, in sostanza, tre punti. 1) L'impegno della Giunta regionale ad attivarsi presso il Governo al fine di garantire l'integrazione sindacale e mantenere i contratti di solidarietà anche dopo la scadenza prevista per il mese di settembre; 2) la rischiesta al Governo di impegnarsi a prevedere i finanziamenti per completare l'impianto per la zincatura e per la lavorazione della banda stagnata; 3) si chiede all'Esecutivo di verificare la possibilità di inserire nel bando di vendita della società, pubblicato nei giorni scorsi, la clausola sociale che garantisca gli attuali livelli occupazionali.
COMUNE DI GENOVA: "OCCUPAZIONE ATTO INACCETTABILE" - "Le legittime preoccupazioni dei lavoratori Ilva e di tutta la città per le prospettive dell’azienda e per il salario non giustificano minimamente l’atto gravissimo e antidemocratico, compiuto sotto l’egida del sindacato di categoria Fiom, di sfondare le porte e occupare le sedi del Comune di Genova. Si tratta di un comportamento inaccettabile da ogni punto di vista, dannoso per gli stessi lavoratori e dal quale, giustamente, si sono dissociate Fim e Uilm. L’Amministrazione comunale esprime la più netta condanna per questi fatti".
COSA PREVEDE L'ACCORDO DI PROGRAMMA - L'accordo di programma per l'Ilva di Cornigliano, siglato nel 2005 in Regione Liguria, prevedeva che a fronte della chiusura dell'attività a caldo dello stabilimento venisse attuato un percorso di continuità occupazionale e del reddito.
L'accordo, siglato da 5 ministeri oltre che da enti locali e Autorità portuale, era stato sottoscritto in un momento positivo per l'azienda con la finalità di una tutela ambientale per il territorio ed è stato lo strumento che ha permesso, in questi anni, di mantenere i livelli occupazionali per 1.650 lavoratoti dello stabilimento genovese.
A oggi sono circa 750 i lavoratori interessati dai contratti di solidarietà ma l'azienda, dopo che è stato bloccato un primo emendamento alla legge di stabilità che avrebbe dovuto stanziare i fondi per integrare il reddito dei lavoratori al 70%, circa 10 milioni in due anni, ha fatto sapere che non potrà mantenere questo impegno.
Attualmente all'esame del governo c'è un secondo emendamento, presentato dal parlamentare Pd Lorenzo Basso, che prevede un milione e 700 mila euro fino a settembre di quest'anno per integrare il reddito dei lavoratori con contratto di solidarietà dal 60% al 70%, contro i due anni inizialmente previsti ma non prevede alcun finanziamento per i lavori socialmente utili né definisce alcun investimento nella banda stagnata che garantirebbe il futuro dello stabilimento di Cornigliano.
ILVA TARANTO: "NON POSSIAMO INTEGRARE IL SALARIO" - L'Ilva ha comunicato oggi ai sindacati metalmeccanici "di non essere nelle condizioni di poter integrare il salario rispetto a quanto garantito dalle normative attuali". Lo riferiscono le segreterie Fim, Fiom e Uilm di Taranto dopo l'avvio delle consultazioni sulla richiesta di proroga dei contratti di solidarietà di tipo difensivo in scadenza il 2 marzo. L'azienda ha previsto un esubero temporaneo massimo di 3519 per i prossimi 12 mesi, rispetto agli attuali 4074 della procedura in essere.
cronaca
Ilva: il Governo convoca il Comitato di Vigilanza, sospesa l'occupazione a Tursi
Incontro in Prefettura fissato per il 18 gennaio
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