C'era una volta il Salone Nautico e tutto ruotava intorno. Era l'orgoglio di Genova internazionale per dieci giorni, poi diventati sette, poi meno ancora. La città degli anni Sessanta, Settanta, Ottanta, vogliamo rovinarci, fino agli anni Novanta, poi nell'inizio del Terzo Millennio, pulsava intorno a quel Salone che voleva dire Fiera del Mare, il quartiere più moderno di quella città.
Nei giorni del Salone Genova è stata la vetrina che non sarebbe più stata, di barche, di visitatori, di affari, di calamita sulla città, di un indotto ricco, straricco. Non c'era un posto libero in albergo da Montecarlo fino a Sestri Levante, tutti prenotati per i visitatori del Salone, i ristoranti di Genova erano come quelli di Manhattan per dieci giorni, i taxisti impazzivano. E poi arrivavano i vip e se per una volta un Agnelli, un Pirelli, una testa coronata, un grande campione di qualsiasi sport, un artista, un attore di grido, non arrivava a bearsi tra le barche, nei Padiglioni della Fiera, l'assenza era quasi uno scoop.
Come abbiamo potuto perdere tutto questo? Solo per colpa delle liti dentro l'Ucina, del rapporto tra la Fiera e i big della Nautica e perchè il mondo delle Fiere è finito? Abbiamo perso tutto questo, provocando il declino catastrofico della Fiera, che tutto questo ospitava, anche perchè là dentro ha sempre comandato la politica lottizzatoria, spartitoria e perchè i grandi uomini che avevano costruito le fortune del Nautico, e quindi della Fiera, sono uno a uno scomparsi da quella scena, De Andrè, Bagnara, Pastorino, Bottino, Giuseppino Roberto, Elisabetta Carcassi? E perchè poi alla politica partitica, che almeno un po' decideva, ne è succeduta una addirittura peggiore, incapace di decidere.
Non abbiamo più scommesso sul Mare e quella era l'unica Fiera affacciata proprio sul mare e nel 1992, quando si è trattato di scegliere la location per l'Anniversario Colombiano, abbiamo forse giustamente valorizzato il Porto Antico, ma seppellito per sempre la vecchia Fiera, con tutte le sue suppellettili, in primis il centro Congressi, che funzionava eccome, costruendone uno ai Magazzini del Cotone, che è quasi sempre vuoto.
Quel Colombo '92 alla Fiera non ha regalato nulla, forse la pietra tombale del suo declino, come qualche presidente-Cassandra aveva vaticinato...
E ora il problema del salvataggio è paradossalmente collegare la vecchia Fiera, che sembra Beirut, con il nuovo-vecchio Porto Antico... con il Blue Print per il quale non ci sono i soldi.
C'era una volta il Salone Nautico e una Fiera, che doveva stargli dietro e che non sono stati capaci di modernizzare, aggiungendo al clou del Salone e a Euroflora altre mostre, altre Fiere, magari collegate al mare. Così abbiamo perso tutto, il Salone, diventato un Saloncino, poi neppure un tinello e i padiglioni vecchi, il Palasport, il Centro Congressi e finendo nell'ignominia con quel padiglione nuovo, Nouvel, ironia dei cognomi_ che ha messo la lapide al deficit con i suoi costi spropositati, 40 milioni per farlo, altri venti milioni per gli errori di costruzione, un catafalco inutile...
La Fiera era l'orgoglio, il vanto, la grande attrazione, ora è il labirinto non solo figurato delle ambizioni perdute, ma perfino quello fisico dove si smarriscono i percorsi del passato. La Fiera, il Salone, i padiglioni, il Palasport, ti ci puoi perdere in mezzo, sentendoti circondato da fantasmi e se non farai come pollicino che lascia i sassolini per terra non troverai neppure la strada per uscire......
cronaca
Tra i fantasmi del Salone Nautico come Pollicino
C'era una volta il Salone Nautico e tutto ruotava intorno...
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