cronaca

Non sarebbero stati dimostrati i reati tipici delle organizzazioni mafiose
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Sono stati tutti assolti i dieci presunti boss della 'ndrangheta in Liguria e in Basso Piemonte, imputati nel processo d'appello Maglio 3. La sentenza è stata emessa dai giudici della terza sezione della corte d'appello di Genova confermando quella di primo grado. Alla sbarra c'erano Onofrio Garcea, Lorenzo Nucera, Rocco Bruzzaniti, Raffaele Battista, Antonino Multari, Michele Ciricosta, Benito Pepè, i fratelli Francesco e Fortunato Barilaro e Antonio Romeo.

Secondo l'accusa Gaecea e Nucera sarebbero stati i "promotori" a Genova dell'organizzazione
, mentre Bruzzaniti, Battista e Multari i "partecipi"; Ciricosta, Pepè e i fratelli Barilaro erano i referenti della locale imperiese e Romeo di quella di La Spezia. In primo grado, il gup Silvia Carpanini aveva assolto tutti e dieci gli imputati, ordinandone l'immediata scarcerazione.

Secondo il giudice non sarebbero stati dimostrati i reati tipici delle organizzazioni mafiose, come le estorsioni, le minacce, gli attentati incendiari, ma solo delle riunioni. Il pm Alberto Lari, che aveva condotto le indagini dei Carabinieri dei Ros, aveva impugnato la sentenza. L'indagine, conclusa nel giugno 2011 aveva portato all'arresto di dodici persone: secondo i carabinieri e i magistrati della Direzione distrettuale antimafia sarebbero stati i referenti in Liguria delle cosche calabresi.

Nell'inchiesta erano finiti anche due esponenti politici del Pdl, Alessio Saso e Aldo Praticò: per loro l'accusa era di voto di scambio. La loro posizione è stata stralciata dall'inchiesta madre e il pm Lari deve ancora chiudere le indagini e chiederne l'eventuale rinvio a giudizio. La lettura del dispositivo è stata accolta da applausi e abbracci dei parenti degli imputati

"La 'ndrangheta in Liguria c'è di sicuro e mi lascia sgomento una sentenza come questa. La 'ndrangheta c'è anche senza manifestazioni eclatanti". Sono le parole di Ferdinando Imposimato, magistrato, presidente onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione a proposito delle assoluzioni al processo cosiddetto Maglio 3. "La legge antimafia prevede che le associazioni mafiose possano manifestare la propria pericolosità senza minacce e avvalendosi della forza intimidatrice del vincolo associativo - spiega Imposimato - è mai pensabile che ci sia la 'ndrangheta in Piemonte e in Lombardia e qui no?".