cultura

L'intervento del presidente dell'associazione A Compagna
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Quando voleva stuzzicarmi mi diceva: “Mia, banbin!”. Mi mancherà, mi mancherà davvero quel suo affettuoso modo di chiamarmi e di prendermi garbatamente in giro.

Maria Vietz se n’è andata oggi ed io, e tanti come me, non possiamo credere che una donna battagliera e tenace come lei abbia accettato di lasciarci. Aveva compiuto novant’anni il 27 di gennaio di quest’anno e fino a poco tempo fa era un’assidua frequentatrice de A Compagna, l’associazione di cui è stata per molti anni vicepresidente: la prima vicepresidente donna.

La sua grande fama la deve al teatro; per lei la recitazione era qualcosa di spontaneo, di innato. Vito Elio Petrucci la scoprì e la valorizzò con la sua sapiente regia. Il genovese impeccabile, l’interpretazione precisa anche nella gestualità e nelle espressioni del volto hanno fatto di lei un esempio da imitare, un traguardo da raggiungere.

Gli ultimi anni li abbiamo passati spesso assieme parlando del genovese che entrambi amiamo. Erano frequenti le telefonate che le facevo per risolvere un dubbio, porle una questione, avere un consiglio. Ora mi mancherà il suo conforto e a tutti mancherà la sua presenza, la sua arguzia, la sua ironia, la sua forza.

Resterà immutabile il caro ricordo di lei, di una dolce signora che ci ha regalato momenti meravigliosi e che sempre ci stimolerà a continuare a far vivere la nostra lingua antica: il genovese.
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