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"Io credo nelle macroregioni"
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"La situazione della città metropolitana è devastante. Abbiamo la necessità di dare risposte alla cittadinanza. Credo che il governo dovrà dare respiro dal punto di vista economico" Non usa mezzi termini il consigliere delegato all'ambiente della città metropolitana Enrico Pignone, intervistato dal direttore di Primocanale Giuseppe Sciortino. "Ritengo che la chiusura delle province sia stata un errore. Ci voleva una modalità diversa. Io credo nelle macroregioni. I piani strategici dovranno avere una struttura diversa. E la città metropolitana non deve dare solo un piccolo contributo ai piccoli comuni - prosegue Pignone - ho avuto modo di confrontarmi con altre realtà, come Parigi. Ho parlato col vicesindaco. Si sono posti le stesse domande, cioè com'è possibile che queste grandi città abbiano convinto i piccoli comuni ad accettare la condizione di città metropolitana. E' un salto culturale, sentirsi 'comunità' è un processo lento ma che porterà i suoi frutti. Dare servizi ai comuni piccoli ci vede di fronte allo stesso tavolo. Certi conflitti sono inevitabili ma bisogna ma che con il buon senso possono essere superati.

Pignone fa riferimento anche alla legge Delrio del 2014: "I piccoli comuni sono serviti a dare una diversa visione del territorio. Con la legge Delrio si formano le condizioni e da gennaio 2015 è stata creata l'attività, che si è scontrata col vizio di non dare supporto economico a tale attività. Abbiamo quindi dovuto ridimensionare le aspettative. La città metropolitana assume una dimensione diversa dalla provincia. La mia prima sfida su acqua e rifiuti è stata dura da affrontare".

Pignone risponde anche ad Antonio Gozzi sulle dichiarazioni rilasciate a Primocanale sul depuratore di Chiavari: "Gozzi può dire quello che vuole. Io ho fatto una valutazione costi-benefici per far comprendere il motivo per cui ho preso una decisione di questo tipo. Quello che dice Gozzi è falso. I documenti dimostrano che l'impianto comprensoriale è quello che costa di meno sia dal punto di vista della manutenzione che della costruzione e costa meno come atto la realizzazione a Chiavari.
E' un impianto di 40 anni quello di Chiavari. Nella valutazione costi-benefici è emerso che dato che comunque dovrà essere modificato era giusto prendere in considerazione questa scelta. L'area di Chiavari interessata è di 7 ettari e il depuratore ne occupa 1. A Chiavari si libererebbe un'area importante. I sindaci hanno votato contro perchè ci sono interessi dettati dai costi-benefici delle prossime elezioni, non da altro".