Un abbraccio caloroso. Non hanno contenuto la gioia i familiari di Gino Pollicardo e Filippo Calcagno questa mattina all'aeroporto militare di Ciampino. I due tecnici italiani sono giunti allo scalo romano alle ore 5, dopo essere partiti verso le 3:30 dall'aeroporto di Mitiga a Tripoli, a bordo di un aereo speciale.
Ad accoglierli sulla pista il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, che si è intrattenuto alcuni istanti con loro e li ha abbracciati, ed il generale Giuseppe Governale comandante dei Ros. Poi l'intenso abbraccio con i familiari: la moglie di Pollicardo, Ema Orellana, e i figli Gino junior e Jasmine; emozionatissimi anche Maria Concetta Arena, moglie di Calcagno, giunta a Ciampino insieme a i figli Cristina e Gianluca. Sbarbati, stanchi e visibilmente provati, i due tecnici hanno a stento trattenuto le lacrime.
L'INTERROGATORIO - Subito dopo, secondo la prassi, Pollicardo e Calcagno sono stati sentiti dal Pm Colaiacco che indaga sui fatti avvenuti in Libia. L'interrogatorio è durato sei ore. Molti ancora i punti oscuri di tutta la vicenda - che ha subito una drammatica accelerazione negli ultimi giorni dopo mesi di silenzio -, a partire dall'identità dei rapitori, dalle modalità della liberazione, fino alla morte dei loro colleghi rimasti uccisi Salvatore Failla e Fausto Piano. Non è ancora chiaro quando le loro salme rientreranno in Italia, al momento ancora in Libia, presumibilmente a Sabrata.
PARLA RENZI - In un'intervista televisiva il Presidente del Consiglio Renzi è tornato sulla vicenda dei quattro ostaggi in Libia. "Dovremmo capire le responsabilità, perché i quattro uomini poi rapiti sono entrati in Libia quando c'era un esplicito divieto di entrarci da parte nostra-ha detto il Premier.. C'è stata un'operazione di intervento, probabilmente dei cantieri da visitare. E' ancora da chiarire. La vicenda è molto delicata".
LA FAMIGLIA - A Monterosso la sorella Marisa e il padre Antonio contano il tempo in attesa del suo ritorno. "Contiamo i minuti, non vediamo l'ora di riabbracciarlo. Ora che hanno messo i piedi in Italia siamo tranquilli - ha detto Marisa -. Purtroppo non sono potuta andare a Roma con il resto della famiglia per via di papà. Ora spero torni a casa presto, per riabbracciarlo e perché so che avrà bisogno anche della serenità e della tranquillità della sua famiglia". L'anziano padre, Antonio detto Pino, è felice: "Siamo contenti, è un'emozione forte. Non sappiamo ancora quando rientrerà". Stamani all'alba, Gino Pollicardo ha potuto riabbracciare la sua famiglia e fare la sua prima colazione italiana con la moglie Ema, i figli Gino Junior e Jasmine, i nipoti (figli della sorella Marisa) Denis e Gino Del Medico, e la fidanzata di quest'ultimo Cristina.
L'ATTESA - Cresce l'attesa di Gino Pollicardo e della sua famiglia a Monterosso. Amici e vicini di casa hanno cominciato a fare capannello davanti all'abitazione dove si è sparsa la voce che, dopo il lungo colloquio con il magistrato a Roma, il tecnico liberato possa arrivare in serata. Sono stati posizionati anche due striscioni, sulla recinzione del giardino, con scritto "Monterosso ti abbraccia" e "bentornato a casa". Oltre agli amici e ai parenti saranno presenti all'arrivo di Gino e della sua famiglia la vicesindaco e alcuni consiglieri comunali della cittadina delle Cinque Terre. Nel pomeriggio, la sorella di Gino, Ivana, ha spiegato che per il momento non ci sarà una festa per rispetto alle famiglie degli altri due ostaggi che sono stati uccisi.
cronaca
Pollicardo riabbraccia la famiglia a Roma, poi sei ore di interrogatorio
Arrivato a Fiumicino con Filippo Calcagno intorno alle 5
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