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Nel girone di ritorno i rossoblù sono a +4 rispetto all'andata
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La spallata del Genoa alla sua stagione arriva nel modo piu’ difficile ed esaltante. Il tre a due in rimonta sul Torino è un’impresa che colora un campionato sofferto e nervoso.

Ora la salvezza è molto piu’ vicina, gli spettri, a dirla come Gasperini, si sono quasi dissolti. In realtà malgrado la partenza a gennaio di Perotti, l’infortunio pesante di Pavoletti, l’arrivo di giocatori come Cerci, Suso per non parlare di Matavz in condizioni fisiche precarie la squadra rossoblu’ ha saputo fare quadrato e a tirarsi fuori dai guai.

C’è tanto del tecnico in questa sfida vinta nei confronti di un azzardo, forse calcolato, ma giocoforza pericoloso, sposato dalla società per questioni di bilancio che sono oggettive.

Dall’inizio del girone di ritorno il Genoa ha fatto 15 punti in undici partite, quattro in piu’ dell’andata. Ha segnato anche due reti in piu’. Numeri importanti considerato che in gol ci sono andati nelle ultime partite centrocampisti come Laxalt e Rigoni oltre ai rigori di Cerci.

Nel frattempo è risorto Pandev. Il macedone le cui qualità tecniche non sono mai state messe in discussione vista anche la sua carriera, ha mostrato finalmente la voglia di sacrificarsi che a 33 anni pareva per lui un’imposizione piu’ che un obbligo. Invece sia con l’Empoli che con il Torino, dove ha pure sfiorato un gran gol, ha corso, lottato e si è sacrificato per tutti.

Ora alle porte, prima della sosta, c’è il Napoli. Trasferta in cui Gasperini dovrà decidere se affrontarla con tutti i titolari compresi quelli che potrebbero andare in squalifica, vedi Ansaldi, o come occasione per verificare le condizioni di chi ha giocato meno.

Sì, perché dopo Pasqiua arriverà il Ferraris il Frosinone e lì ci sarà da lottare ancora una volta.

Intanto la frattura nella tifoseria dopo la contestazione a Preziosi ma soprattutto per quella a Gasperini resta profonda. E una lettera aperta di Dario Bianchi, personaggio storico della Nord, testimonia il malessere di una parte della gradinata
, quella piu’ critica. Insomma Bianchi manda a dire che si è stufato dei fischi al loro indirizzo e che nel Derby le coreografie se le faranno coloro che attaccano i gruppi ultrà che vogliono risposte da presidente e tecnico.

Eppure il Genoa ha ancora bisogno di unità anche per disegnare il proprio futuro non solo in campo.