
In uno scenario dove detto, non detto e indicibile si intrecciano, Gasperini paga soprattutto il malcontento della piazza per gli ultimi mercati “creativi” di Preziosi che, dopo il fattaccio della licenza Uefa, aveva promesso di non cedere i migliori per riportare, stavolta a tutti gli effetti, la squadra in Europa.
Ritenuto “complice” del presidente in una strategia senza prospettive di crescita, il tecnico tra i migliori della storia rossoblù è di fatto un separato in casa. Segue la sorte del predecessore Bagnoli: reo di lesa maestà per aver accusato i sostenitori di nichilismo distruttivo dopo una gara andata male, sopportato “nonostante” il derby vinto subito dopo, il quarto posto e la semifinale Uefa, quindi sfrattato con apposito striscione alla prima occasione utile.
Eppure Gasperini anche quest'anno sta conducendo la squadra a una salvezza tutt'altro che scontata, inoltre potrebbe conquistare la supremazia cittadina per il secondo anno consecutivo. Sarebbe un altro primato storico. In Serie A, infatti, finora non è mai successo che il Genoa chiudesse davanti alla Sampdoria per due stagioni di fila.
Ma tutto questo improvvisamente è diventato nulla, agli occhi di una parte di pubblico – contro una frazione, non minuscola, che ritiene il mister il vero valore aggiunto del club – che addebita a “Gasperson” manchevolezze attinenti a un codice non scritto che regola i rapporti tra le componenti del mondo di una società di calcio. Difficile a questo punto, quasi impossibile che il futuro del tecnico sia rossoblù. Non è detto sia un bene. Nemmeno per lui.
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IL COMMENTO
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