
L’appuntamento nella cattedrale di San Lorenzo era duplice: non solo la Messa del Crisma del Giovedì Santo, ma anche i 50 anni di sacerdozio dell’arcivescovo di Genova e Presidente della Cei. “Per lei preghiamo, e ai suoi genitori, agli amici, segnati da un immenso dolore, diciamo la nostra vicinanza sincera e discreta”, ha ripetuto Bagnasco durante l’omelia parlando di Francesca Bonello.
Poi il pensiero corre a Bruxelles e al terrorismo: “Ricordiamo i fatti barbari e assurdi di Bruxelles: continua, lucida e beffarda, la linea del terrore sanguinoso. Mentre preghiamo per i morti e i feriti, speriamo che l'Europa, anzi l'Occidente, ripensi alla strada che ha preso negando lo spirito, coltivando allegramente la cultura del nulla di ideali e di valori morali, rinnegando il grembo cristiano che l'ha generata il porporato”.
Durante la messa era presente anche il vescovo ausiliario Nicolò Anselmi, che ha presieduto le esequie di Francesca: “Un ringraziamento per la disponibilità che ha sempre manifestato ad accettare ogni incarico, anche quelli che lo obbligavano, e che continuano ad obbligarlo, ad una vita faticosa, frantumata e che trova unità solo nella volontà di Dio. È evidente che il Signore la ama molto – ha continuato rivolgendosi a Bagnasco – perché le ha chiesto e le sta chiedendo molto, e che lo Spirito Santo le sta donando delle grazie particolari per sopportare carichi fisici, emotivi, intellettuali, mediatici fuori dal comune”.
“Il sacerdote è il tappeto di Dio: è dura a volte essere un tappeto ma è una grande grazia perché chi passa può essere delicato, rude distratto o inconsapevole, l'importante è che chi passa possa andare verso Dio anche se qualche volta fa un po' male a noi”, ha osservato ancora il cardinale durante l’omelia.
IL COMMENTO
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