cronaca

Delitti tra il 2014 e il 2015, trasferita nel carcere di Pisa
1 minuto e 37 secondi di lettura
È savonese l'infermiera accusata di avere ucciso 13 pazienti ricoverati nell'ospedale di Piombino. La donna, Fausta Bonino, che si è trasferita in Toscana all'inizio degli anni '80, è stata arrestata dal Nas dei carabinieri e trasferita nel carcere di Pisa.

Da circa 20 anni lavorava nel reparto di anestesia e rianimazione dell'ospedale di Piombino. Soffre di depressione e che è stata in cura da uno specialista. Nell'ottobre 2015 è stata spostata di reparto.

È ritenuta responsabile di omicidio volontario continuato. Secondo le indagini, fra il 2014 e il 2015 avrebbe ucciso 13 pazienti tutti ricoverati, a vario titolo e per varie patologie, presso l'Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione dell'ospedale civile di Piombino. I pazienti deceduti sono uomini e donne di età fra i 61 e gli 88 anni, nessuno era un malato terminale.

Iniezioni letali del farmaco anticoagulante 'Eparina'.  Il farmaco avrebbe causato rapide, diffuse e irreversibili emorragie con decessi conseguenti. Le analisi hanno riscontrato concentrazioni di Eparina di anche 10 volte sopra la norma. Secondo il Nas, i pazienti in molti casi avevano patologie per cui la somministrazione di Eparina non rientrava nelle possibili terapie. Sui 13 decessi 12 sono attribuiti a "scoagulazione del sangue", uno ad arresto cardiaco.

"Siamo esterrefatti di quanto accaduto nel reparto. Da circa un anno cercavamo una spiegazione medico-scientifica ai decessi che per emorragia avvenivano senza un motivo plausibile apparente. Invece, oggi viene accusata una nostra infermiera che da 30 anni lavora in questo ospedale e che ha sempre svolto ottimamente il suo lavoro". Così ha commentato uno dei medici del reparto.

D'altra parte, c'è chi la ricorda in modo diverso. Il primario Michele Casalis la descrive come "un'infermiera con 30 anni di esperienza, maniacale sul lavoro, diligente e sempre attenta al paziente. Una brava infermiera come tutte le altre". Alcune sue colleghe, alla notizia dell'arresto, si sarebbero messe a piangere. "Meglio non pensarci, sembra una barzelletta", dicono invece i parenti di alcuni pazienti dell'ospedale di Pisa.