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Il consiglio comunale genovese si riunisce giovedì alle 9
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L’appuntamento è fissato per le 9. Il consiglio comunale di Genova torna a riunirsi e, come accadrà sempre da qui a quando finirà, in modo traumatico o no, la legislatura, sarà, per il sindaco Marco Doria, come camminare sul filo, sempre a un passo dal baratro della bocciatura e della crisi politica.

Perché la giunta che attualmente governa il capoluogo si regge (se si regge) sulle astensioni e sulle assenze. E’ già successo a proposito della delicata delibera sull’Imu. Per non parlare, poi, di chi, in Sala Rossa, non si vede proprio. Una cosa mai accaduta, nella pluridecennale storia del consiglio comunale genovese.

Qualcuno li ha già chiamati "i Magnifici Otto". Sono i consiglieri che, tra astensioni strategiche e assenze pianificate, potrebbero tenere attaccata la spina all'amministrazione. La squadra è variegata: si va da Alfonso Gioia, capogruppo Udc, a Stefano Anzalone, ex Idv, oggi Gruppo Misto, astenuti per riconoscenza, o forse per mossa calcolata. E ancora Paolo Repetto, anche lui Udc, rappresentante del Comune nel cda del Gaslini, Guido Grillo, inspiegabile astenuto del Pdl, Francesco De Benedictis e Salvatore Mazzei, altri volti del Gruppo Misto, fino ai due ex Pd Gianni Vassallo e Salvatore Caratozzolo, ora in Percorso Comune, che a Doria tributano una presunta lealtà. 

Il guaio (per Doria) è che a stretto giro di posta ci sono scadenze importantissime, nodi da sciogliere che rischiano di diventare ostacoli insormontabili per una giunta così fragile politicamente e numericamente. Dal futuro di Amt e del trasporto pubblico ad Amiu, dalle vicende che coinvolgono Aster al contestato bando Iren (sono di oggi le parole, proprio a Primocanale, di Fabio Marante della Fillea Cgil che, senza mezzi termini, dice “O viene ritirato o andremo al Tar”) fino ad arrivare, ed è notizia di pochi giorni fa, alla vendita di 101 appartamenti da parte di Spim, segno evidente di una necessità urgente di far cassa (ma i sindacati degli inquilini protestano: solo i ricchi potranno comprarle).

Paolo Putti, capogruppo del Movimento Cinque Stelle, aveva detto non più tardi di due settimane fa: “Ormai ogni consiglio comunale sarà come un mercato delle vacche”. Con le astensioni e le assenza che reggono la (fu) maggioranza, forse, si è superato ormai anche questo livello.