
Per la verità, il mondo blucerchiato tende a scindere il risentimento in due correnti: se il Viperetta ormai ha ben poco credito e ancor meno sostenitori che gli credano, aumenta il partito dei tifosi decisi a capire nei dettagli come e perché sia stata presa la scelta di rifilare, gratis e con robusta “buonentrata”, la UC Sampdoria - 70 anni il 12 agosto, sette titoli internazionali e nazionali, centinaia di migliaia di tifosi – a un personaggio rivelatosi del tutto inadeguato.
Il modo clandestino di un passaggio di proprietà notturno, che mise la piazza di fronte al fatto compiuto; la persistenza di un sostegno in denaro che contribuisce tuttora alla sopravvivenza del club; i veri criteri di individuazione di un soggetto che, nelle pubbliche vicissitudini giudiziarie, evidenziava caratteristiche esattamente contrarie a quelle auspicabili: di questo non pochi vorrebbero chieder lumi a Edoardo Garrone.
Anche perché si domandano come sia stato possibile andare a cercare un presidente, e che presidente, fino a Roma, anzi al Testaccio, quando a Recco e a Chiavari c'erano due grandi imprenditori, dichiarati tifosi sampdoriani, come Gabriele Volpi e Antonio Gozzi, che avrebbero potuto proseguire la tradizione societaria di sobrietà etica e linearità nei risultati, e che infatti stanno facendo benissimo con Spezia ed Entella.
I due sono ormai persi alla causa sampdoriana, mentre Garrone non intende rientrare: ma potrebbe essere chiamato dalla piazza, a misurarsi con la responsabilità storica di una scelta che va rivelandosi almeno superficiale.
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IL COMMENTO
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