politica

La denuncia sui rendiconti delle regionali 2015
1 minuto e 11 secondi di lettura
"Il quadro è desolante: oscure società svizzere, imprenditori condannati, petrolieri, la longa manus dei partiti e, in alcuni casi, una totale opacità nei conti". Il Movimento Cinque Stelle torna all'attacco contro quello che chiama 'Partito Unico', centrosinistra e centrodestra insieme. E lo fa puntando il dito sui finanziamenti elettorali inquadrati dalle rendicontazioni relative alle regionali del 2015.

"A distanza di oltre 20 anni dal referendum del 1993 sull’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, il Partito Unico trovato il modo di aggirare quanto sancito dal voto popolare", attaccano i pentastellati in una nota. E così, i sostenitori di Toti sarebbero "un comitato d'affari", mentre quella di Paita è una lista "indecifrabile, oscura, priva di ogni riferimento specifico". Ce n'è anche per Rete a Sinistra, "l'ennesimo laboratorio politico nazionale pagato profumatamente da Sel". 

I Cinque Stelle si propongono ancora come unica forza innovatrice: "È così che la vecchia politica ha portato il paese e la Liguria nelle sabbie mobili in cui siamo oggi, anteponendo gli interessi di pochi, ma ben pagati, alle reali esigenze del territorio e dei cittadini. Noi siamo entrati in Regione per rovesciare la piramide, ripartendo da concetti 'sovversivi' come partecipazione, trasparenza, autofinanziamento". I pentastellati dichiarano che la campagna per le regionali è costata poco più di 22 mila euro. "Un piccolo record di cui andiamo orgogliosi".