In corteo c'erano i lavoratori della sanità, quelli del Comune e della Regione, i precari delle scuole d'infanzia, i vigili del fuoco, i dipendenti dell'Inps e dell'Agenzia delle entrate, oltre a quelli del Tribunale. Tutta la 'funzione pubblica' è scesa in piazza in Liguria per chiedere politiche di riqualificazione del personale e l'assunzione di giovani. E, soprattutto, che il contratto fermo da sette anni venga finalmente ritoccato.
"Speriamo che il Governo capisca che così si può andare avanti. Non si riesce a riorganizzare la funzione pubblica, così si deteriorano i servizi per i cittadini. La finanziaria 2015 ha stanziato solo 230 milioni per i dipendenti pubblici, inaccettabile", spiega Corrado Cavanna, segretario generale Filt-Cgil Liguria. Solo a Genova, ricorda, "abbiamo perso qualche migliaio di posti dal 2010 ad oggi, non ci sono soldi per rendere servizi utili. Nella sanità siamo al disastro, è ora di aprire una trattativa seria che dia risposte a lavoratori e cittadini".
Un mondo, quello del pubblico impiego, che raccoglie diverse realtà. In Liguria sono coinvolti ben 45mila lavoratori, circa 26mila solo nel capoluogo. La protesta, di carattere nazionale ma organizzata a 'tappe' regionali, ha interessato tutte e quattro le province. A Genova si è snodata con circa un migliaio di persone da Piazza Principe, per poi proseguire in via Garibaldi e in via Cairoli, dove c'è stato un incontro col sindaco a Palazzo Tursi.
E proprio sulla situazione del Comune arriva un attacco da Lella Trotta, segretario confederale Uil Liguria: "Assume dirigenti palesemente inutili anziché investire su competenze e professionalità. Noi chiediamo un impegno chiaro e forte del Governo, ma anche nelle pubbliche amministrazioni un'attenzione forte ai bisogni dei cittadini".
Poi il corteo si è spostato in Piazza De Ferrari, con un presidio simbolico sotto la sede della Regione, e quiondi verso piazza Corvetto, in Prefettura, per il rompete le righe finale. Di certo la partita deve essere ancora giocata e i sindacati sono pronti nuovamente a scendere in piazza., come precisa Gabriele Bertocchi, segretario generale Fp Cisl Liguria. "Noi siamo l'ultima regione a protestare. Alla base della vertenza c'è il contratto, ma ancora di più ci interessa la riforma della pubblica amministrazione. Al centro devono esserci i lavoratori, non le leggi".
L'ADESIONE - In Liguria una media di adesione al 50%, fino al 65% in alcune realtà come l'Agenzia delle Entrate e in settori come la sanità con in testa l'ospedale San Martino di Genova e la Asl 2 Savonese. Sono i dati diffusi dai sindacati sullo sciopero regionale attuato oggi dai dipendenti dei pubblici servizi.
"Lo sciopero, a causa dell'elevata adesione, ha determinato in molti settori disservizi e difficoltà - spiegano in una nota Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa che hanno promosso la protesta - In generale si registra con soddisfazione che la percentuale degli aderenti allo sciopero è stata mediamente intorno al 50%, con alcune realtà, in particolare nel settore sanità, dove si sono registrate percentuali di adesione superiori anche al 60-65% - come al S.Martino e alla ASL2 Savonese o all'Agenzia delle Entrate.
IL CASO SAN MARTINO - Nell'ospedale più importante di Genova tutti al lavoro, anche se formalmente in sciopero. È il risultato dell'accordo raggiunto tra direzione e sindacati per evitare la chiusura e assicurare i servizi essenziali. Alla vigilia dell'astensione c'erano state tensioni, con denunce di intimidazioni ai danni dei dipendenti e il rischio di precettazione, poi scongiurato.
"Rispettato il diritto allo sciopero dei dipendenti ma anche il diritto alla salute dei pazienti in settori essenziali come ad esempio quello delle emergenze", annuncia soddisfatto Vladimiro Furini, segretario regionale ligure della Funzione pubblica Cgil. "Si calcola in sciopero anche chi si trova oggi al lavoro, per evitare il collasso dell'ospedale. L'adesione allo sciopero è stata massiccia, si pensi che solo nei servizi essenziali al San Martino risultano oggi in sciopero 500 addetti. Senza accordo, sarebbe stato impossibile portare avanti l'attività dell'ospedale.
Secondo stime sindacali, al San Martino ha scioperato circa il 60% del personale. "Dati impressionanti, erano 15 anni che non si registrava un'astensione di queste dimensioni, forse così alta non c'è mai stata - sottolinea Furini - I lavoratori sono stati liberi di manifestare la loro volontà di scioperare, non ci sono più state pressioni da parte della direzione. Bisogna rimarcare il grande senso di responsabilità dimostrato dal personale".
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Pubblico impiego, sciopero in Liguria: mille lavoratori in corteo a Genova
Frecciata della Uil al Comune: "Assume dirigenti palesemente inutili"
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