Contship intende rivedere i piani di sviluppo e le strategie legate alla presenza nei terminal italiani: fortemente a rischio il futuro del gruppo a Gioia Tauro (dove già si parla di un addio), in discussione tutte le presenze, le quote, i piani nei porti nazionali, compresa La Spezia dove Lsct è il principale terminalista.
La notizia filtra da ambienti vicini all’azienda: è stato nominato un pool di manager che avrà il compito di presentare il nuovo piano alla presidente Cecilia Battistello. I nomi sono quelli di Daniele Testi, Giuseppe Fumelli. Sebastiano Grasso e Franco Nicola Cuppolo. A loro il compito di convincere i vertici del gruppo che investire in Italia è ancora conveniente.
La recente scomparsa di Marco Simonetti, vicepresidente di Contship Italia (e prima amministratore delegato di LSCT e il vero fautore dei grandi risultati ottenuti alla Spezia), ha forse accelerato questo passo, voluto dalla presidente Cecilia Battistello. Simonetti è stato non solo un grande manager, ma anche il punto di riferimento nei rapporti tra azienda e Autorità Portuali e alla Spezia era il simbolo del Porto e del sistema portuale spezzino nel suo complesso. Simonetti avrebbe probabilmente lasciato Contship per guidare il Porto di Genova, molti davano la nomina ormai per fatta. Quindi, comunque, già qualcosa si stava muovendo.
I dubbi del gruppo legati alla presenza in Italia sono determinati da diversi fattori: il primo è rappresentato dalle perdite a Gioia Tauro. Poi ci sono le normative che cambiano: il nuovo codice degli appalti impone una stazione appaltante con gli stessi requisiti di una struttura pubblica anche ad aziende private che operano in aree pubbliche: si tratta di strutture più complesse e costose.
C’è poi il tema degli investimenti programmati, ma non ancora realizzati: su questo punto il caso Spezia è emblematico: recentemente è stata prolungata la concessione ad LSCT per 53 anni: Contship sarebbe pronta a investire 200 milioni di euro nell’allungamento del Molo Fornelli, per consentire l’attracco contemporaneo di navi di nuova generazione ULCV (Ultra Large Container Vessels), la costruzione di una nuova banchina e l’upgrade dei mezzi portuali (gru e altro). Oltre un terzo degli investimenti previsti riguardano opere civili.
Ma i progetti sono fermi: lentezze burocratiche, ricorsi e contrapposizioni sul futuro del Porto stanno bloccando tutto. Anche per questo il rapporto tra l’azienda e l’Autorità Portuale non sono più idilliaci: il presidente dell’Autorità Portuale Lorenzo Forcieri ha assicurato l’attuazione del piano regolatore portuale, ma anche per via delle note beghe politiche interne al Pd, e per lo scontro tra il Presidente del Porto e il sindaco Federici, i tempi sembrano destinati ad allungarsi ancora. Così Contship si guarda attorno. E ora comincia a riflettere seriamente se la sua presenza in Italia, La Spezia compresa, sia ancora da considerare strategica.
porti e logistica
Il Porto della Spezia trema, a rischio il futuro di Lsct
Nominato un pool di manager per un nuovo piano di sviluppo
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