cronaca

Il leader della Lega: "Ruspe sui centri sociali"
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Carica delle forze dell'ordine in Piazza Maggiore, a Bologna, dove un gruppo di contestatori dei collettivi è riuscito ad arrivare per attaccare il leader della Lega Nord, Matteo Salvini.

Quando si sono avvicinati ai blindati della Polizia è partita una carica che li ha allontanati. Ci sono stati anche lanci di oggetti, sia dalle fila dei collettivi, sia da quelle dei sostenitori della Lega, divisi da un cordone di camionette. Dopo la carica della Polizia sono stati lanciati dei petardi e alcuni manifestanti sono stati fermati e immobilizzati.

"Quando avremo finito con le ruspe coi campi rom, cominceremo coi centri sociali". Lo ha detto Matteo Salvini, leader della Lega Nord, parlando, in piazza Maggiore, sulla porta del Comune di Bologna, dove ha tenuto la sua iniziativa elettorale dopo che gli era stata negata piazza Verdi. Salvini, per protestare contro la decisione del Questore si è presentato in piazza imbavagliato e con uno striscione, tenuto insieme alla candidata leghista Lucia Borgonzoni, con scritto "liberiamo Bologna".

"Sono 50 sfigati che dovrebbero essere rieducati con le buone maniere come facevano i loro amichetti in Unione Sovietica - ha detto - la cosa indegna è l'atteggiamento del sindaco Virginio Merola, imbarazzante, vogliamo mandarlo a casa. La provocazione non è che alcuni bolognesi vogliano andare in piazza Verdi, ma che Merola tolleri e coccoli queste persone".  

"L'impegno dei sindaci della Lega è avere in Italia immigrazione zero, al contrario di quello che ha detto ieri il segretario generale dei vescovi italiani, non c'è più spazio per nessuno, a casa tutti quanti", ha detto Salvini.

"Che gli italiani votino, non ne posso più di presidenti non eletti, Monti, Letta, Renzi. Lo capisca anche Berlusconi: nessun accordo, nessun inciucio, elezioni subito, come Lega siamo pronti anche domani". Così il leader della Lega Matteo Salvini ha replicato a Silvio Berlusconi che ha ipotizzato un governo di unità nazionale in caso di vittoria del no al referendum.