Chiara Appendino lo aveva detto: se divento sindaco, la delega alle partecipate me la tengo io. Sindaco lo è diventata e tra le prime cose che ha detto c'è stata anche questa: "Mi aspetto le dimissioni di Peveraro dalla presidenza di Iren". Peveraro di nome fa Paolo, è al vertice della multiutility dallo scorso aprile e lì ci è arrivato anche grazie a Genova, che con Torino è il socio forte di Iren.
Solo che al momento dell'elezione il sindaco era Piero Fassino, convinto della riconferma alla guida della città. E dunque il "sistema Torino" - con la compiacenza di una Superba sempre meno capace di incidere - aveva sistemato il suo ennesimo tassello.
Peveraro non è il nuovo che avanza: pupillo di Enrico Salza, a lungo un big di Intesa San Paolo, già assessore nelle amministrazioni di Castellani e Chiamparino, poi vicepresidente della Regione Piemonte con Mercedes Bresso, è anche definito dagli avversari "indebitator" per aver portato i derivati a Palazzo Civico quando teneva la cassa del municipio.
Appendino, ora, vorrebbe un suo passo indietro. Il suo collega genovese, Marco Doria, che cosa ne pensa? La voce grossa non potrà farla, visto che a lui Iren serve come il pane se vuol tentare di risolvere la grana di Amiu, che, appunto, dovrebbe essere acquisita dalla multiutility quotata in Borsa.
Al di là delle tecnicalità, e della rissa in corso con la Regione Liguria sulla proroga del servizio che scade nel 2020, c'è da scommettere che i pentastellati genovesi - a cominciare da Alice Salvatore - avvertiranno la Appendino: occhio che a seconda di come viene confezionata l'operazione il conto lo pagheranno i cittadini, con una tassa sui rifiuti che potrebbe schizzare alle stelle (come sta avvenendo per la bolletta dell'acqua, in odore di aumento del 5 per cento nonostante l'acquedotto colabrodo che spesso lascia a secco i genovesi).
Peraltro, bisogna vedere anche che cosa Appendino dirà a proposito del debito monstre accumulato dal Comune di Torino con Iren: sono 190 milioni che secondo il Movimento 5 Stelle andava onorato subito. Ma allora il sindaco era Fassino ed era facile dirlo. Adesso che al comando ci sono loro, i pentastellati, sarà lo stesso?
In ogni caso, per Genova Iren è più che mai un problema: prima la questione riguardava solo, si fa per dire, il progressivo ridimensionamento dentro la società, ora c'è anche l'incognita della linea che deciderà di tenere Chiara Appendino. Per la politica politicante a caccia di potere potrebbero essere tempi grami, non è detto che analogamente debba capitare per i cittadini-clienti. Sempre che i 5 Stelle non si scoprano improvvisamente uguali, o almeno simili, ai loro predecessori.
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La gestione di Iren, il caso Amiu: Genova e l'incognita Appendino
Il sindaco della Mole vuole le dimissioni del presidente della multiutility
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