“Ci sentiamo dire che non ci sono risorse per quello che è un legittimo diritto. Allora ecco la proposta: ridurre lo stipendio del 20% a tutte le figure dirigenziali del Paese, che sono un milione. In questo modo si risparmierebbero 30 miliardi e sparirebbero tutti i problemi creati dalla legge Fornero”, sostiene Paolo Delli Noci, portavoce del Comitato ligure Lavoratori Precoci Uniti. Una misura che, secondo loro, “favorirebbe il ricambio generazionale, mentre ora i giovani non hanno lavoro, non comprano case, non fanno figli. È tutto bloccato”.
E a chi li critica accusandoli di pretendere una pensione troppo elevata, loro rispondono: “Nessun regalo, non c'è nulla di eccessivo. Se facciamo il conto sul montante retributivo di chi oggi guadagna tra i 1.200 e i 1.600 euro, scopriamo che ha un montante contribuivo fra i 300 e i 600 mila euro. È un furto non riconoscercelo”.
L'istanza che portano al Governo è estesa a tutti i lavoratori: poter accedere alla pensione con 41 anni di contributi. “Noi precoci stiamo combattendo, ma non solo per noi – aggiunge Pier Paolo Pedemonte – ed è per questo che stiamo sensibilizzando le persone a sostenerci. Più ci facciamo sentire, più lo stato ci dovrà ascoltare”.
IL COMMENTO
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