Prosegue l'offensiva contro i terroristi dell'Isis in Siria, Iraq, Libia e Yemen, dove i jihadisti sono costretti ad arretrare e abbandonare alcune loro roccaforti: si lasciano però alle spalle centinaia di morti e devastazioni, mentre i combattimenti continuano in varie zone di questi paesi.
A Sirte le milizie libiche di Al-Binyan Al-Marsous hanno lanciato missili dal mare contro i combattenti dell'Isis che occupano i quartieri 1 e 2 nel centro della città: lo ha detto il generale Mohamed El Ghasri, portavoce delle milizie che conducono l'offensiva per conto del governo di unità nazionale. Più di 15 combattenti sono stati uccisi nell'operazione.
Le milizie hanno poi riferito di aver conquistato anche il 'quartiere 2', ma di essere costretti a procedere con cautela perché le strade sono state minate e negli edifici sono state piazzate bombe-trappola. Nella lenta avanzata casa per casa è stata anche scoperta una sartoria dove venivano cuciti bandiere e abiti per lo Stato islamico. La Libia resta comunque un terreno estremamente complesso, dove sono moltissimi i gruppi armati che agiscono autonomamente.
Nel nord della Siria, dopo la liberazione di Manbji, le forze democratiche siriane (Sdf) a predominanza curda stanno organizzando la prossima offensiva. L'intenzione è riconquistare Raqqa, città che l'Isis ha eletto a propria capitale in Siria.
Ad Aleppo sono 327 i civili morti dal 31 luglio, di cui 76 sono bambini: lo riferisce l'Osservatorio siriano per i diritti umani. Bombardate anche la vicina città di Idlib e località limitrofe: 26 i raid che, secondo fonti dell'opposizione, sono stati compiuti dai caccia russi e che avrebbero colpito indistintamente i nemici di Damasco. Mosca non ribatte, ma riferisce che i suoi jet hanno distrutto mezzi militari e depositi di armi e munizioni dell'Isis.
Registrano vittorie contro i miliziani del Califfato anche i curdi iracheni, i Peshmerga, che oggi hanno riconquistato cinque villaggi a est di Mosul in un'operazione cominciata ieri e pianificata proprio per costringere i jihadisti ad abbandonare la loro roccaforte in Iraq. Il Consiglio di sicurezza della regione curda ha comunicato che l'avanzata verso la seconda più grande città irachena continua e che, con il supporto degli aerei della coalizione a guida Usa, altri villaggi stanno per essere liberati.
Complessa la situazione nello Yemen, dove l'Isis e al Qaida negli ultimi due anni hanno approfittato della guerra civile per conquistare territori nel sud del Paese. I governativi del presidente Abd Rabbo Mansur Hadi (riconosciuto a livello internazionale e sostenuto dall'Arabia Saudita) hanno avviato con l'appoggio aereo dei sauditi un'operazione a est di Aden, città portuale divenuta la capitale di Hadi dopo che Sanaa è stata conquistata dai ribelli sciiti Houthi. Due i villaggi finora strappati ai fondamentalisti islamici, costretti a spostarsi verso aree meno strategiche.
cronaca
Offensive contro l'Isis, jihadisti costretti alla ritirata
Liberato un altro quartiere di Sirte, mentre in Siria i curdi puntano a Raqqa
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