
"Trovo questa unione come un matrimonio - ha affermato Riccardo - e per me oggi è come se ci fossimo sposati. Non ci aspettavamo, però, tutta questa gente". "Quello che è avvenuto oggi - ha detto Nitta - è un diritto umano di tutti". Alla domanda se adotterebbero un figlio, qualora venisse data loro la possibilità, hanno risposto: "No, non adesso è ancora troppo presto".
Si tratta della prima unione civile pubblica in Liguria, come sottolineato anche dall'assessore ai Servizi Sociali Costanza Pireri, che ha ha proceduto alla celebrazione. La settimana scorsa si è tenuta un'altra unione, sempre in Comune a Sanremo, tra due uomini, ma è rimasta strettamente riservata.
"Secondo l'Arcigay di Bologna, che ha istituito un telefono amico contro l'omofobia e la transfobia, risulta che la Liguria è la regione di Italia con il più alto numero di richieste di aiuto, segno che ci sono molte persone lgbt che vivono con sofferenza la loro condizione di omosessualità o transessualità". Lo afferma il presidente dell'Arcigay di Imperia, Marco Antei.
"In provincia di Imperia stimiamo che siano circa 25 mila, su una popolazione di quasi 250 mila abitanti abitanti, le persone appartenenti all'universo Lgbt - ha aggiunto Antei - anche perché le statistiche a livello mondiale parlano di una media del 5-10 per cento della popolazione".
Secondo Antei restano ancora alcuni passi importanti da fare, per quanto riguarda il mondo dell'omosessualità e della transessualità: "Il primo è il matrimonio ugualitario, che porti a una uguaglianza totale. L'unione civile, ad esempio, è un passo che arriva con 27 anni di ritardo in Italia, rispetto alla Danimarca. Bisogna, quindi, regolare assolutamente la stepchild adoption, che è stata tagliata fuori dall'unione civile e bisogna varare una legge contro l'omofobia, che si trova in stallo al Senato dall'inizio della legislatura".
IL COMMENTO
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