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E per essere fatta nel migliore dei modi il governo chiama a raccolta le energie migliori del paese, come dimostra il consulto avuto a Genova con l'archistar Renzo Piano. I tecnici della Protezione Civile intanto stanno mettendo a punto il piano delle costruzioni in legno, stile Onna.
Entro qualche settimana bisognerà quindi decidere se far arrivare i container nei paesi colpiti o trasferire la gente negli hotel e nei residence della zona. "La scelta va lasciata alla gente", si è premurato di dire Renzi parlando con i sindaci delle zone colpite e con i governatori.
Nel frattempo verranno realizzati i Musp, i moduli di utilizzo provvisorio scolastico, che devono necessariamente essere pronti per l'inizio dell'anno scolastico. "Mercoledì incontrerò il ministro - ha confermato il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi - e dovremmo affrontare proprio questa situazione, in modo da garantire ai ragazzi di tornare a scuola".
Per realizzare i Map, i moduli abitativi provvisori, serviranno almeno 3 o 4 mesi. La gara per la scelta delle imprese che dovranno realizzarli è già stata fatta e conclusa. E i soldi, 1,2 miliardi complessivi, sono già stati stanziati. Quella delle casette è la migliore soluzione di fronte all'unica richiesta forte arrivata dai sindaci di tutti i comuni colpiti: non lasciare i paesi in attesa della ricostruzione.
E lo stesso consiglio è arrivato da Renzo Piano: "L'anima dei luoghi non si può cancellare. Chi ha subito un trauma terribile deve poter tornare a vivere dove è sempre stato. Né container, né tendopoli" ma "si devono prevedere abitazioni montate nella zona sismica, strutture temporanee, non definitive".
Dopo la stima dei danni, la bonifica e la messa in sicurezza degli edifici parzialmente danneggiati, il governo passerà alla fase due: quella della ricostruzione. Renzi spera di poter avere un piano preciso di interventi e costi necessari in vista della legge di stabilità che il governo approverà entro il 15 ottobre per dare il via alle gare, il prima possibile.
"Ci saranno i soldi che serviranno", assicura il sottosegretario Claudio De Vincenti. Ma davanti a "circostanze eccezionali", come il sisma, il governo è pronto a sostenere le sue ragioni davanti alla commissione Ue per chiedere lo scomputo degli investimenti per la ricostruzione fuori dal patto di stabilità.
IL COMMENTO
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