cronaca

Tra i beni sequestrati anche quote del bar Balilla e della società Movida
1 minuto e 15 secondi di lettura
Il giudice per l'udienza preliminare Claudio Siclari ha rinviato a giudizio l'ex tesoriere della Lega Nord Francesco Belsito con l'accusa di evasione fiscale e intestazione fittizia di beni. L'accusa è stata formulata per la mancata dichiarazione di oltre due milioni di euro nell'ambito dell'inchiesta per il trasferimento offshore di fondi della Lega in Tanzania e Cipro. Secondo l'accusa Belsito, difeso dagli avvocati Paolo Scovazzi, Alessandro Vaccaro e Nicola Scodnik, avrebbe dovuto dichiarare al fisco la cifra di circa sette milioni di euro sottratti illecitamente alle casse del Carroccio quando era tesoriere. Il processo inizierà il prossimo 12 gennaio.

A fine gennaio, le fiamme gialle avevano sequestrato a Belsito alcuni beni a lui riconducibili. Dalle quote societarie del bar Balilla, in via Cesarea nel centro di Genova, un appartamento da 700 mila euro in pieno centro e le quote della società Movida che gestiva la discoteca Sol Levante di Cavi di Lavagna.

I guai giudiziari di Belsito erano iniziati nel 2012 quando emerse la maxi truffa da oltre 40 milioni di euro ai danni dello Stato sui rimborsi elettorali, nel periodo compreso tra il 2008 e il 2010. Per quella vicenda sono a processo l'ex tesoriere, l'ex leader del Carroccio Umberto Bossi e tre ex revisori del partito. Secondo l'accusa, avrebbero usato i fondi pubblici per acquisti personali. La vicenda azzerò il cerchio magico e portò alle dimissioni del Senatur. Belsito è indagato anche nell'inchiesta sull'associazione a delinquere finalizzata a intercettare le commesse di aziende a partecipazione pubblica, tra cui Siram, Fincantieri e Grandi Navi Veloci.