
Vediamo nel dettaglio, da levante a ponente: da La Spezia con le 40 persone di ABC Costruzioni a rischio, ci spostiamo a Genova dove ci sono situazioni complicatissime come Hanjin (87), Ericsson (147), Ilva (1650): dove i lavoratori non hanno certezze (vedi Ilva) o un destino che appare segnato. Poi OMS Ratto e Kavo, trenta posti già persi. E poi Piaggio Aero con l’arrivo delle prime lettere di licenziamento, da Sestri Ponente a Villanova d’Albenga ci sono 600 famiglie con la paura di non avere più un futuro tranquillo. A Savona i due nodi drammatici sono Tirreno Power (110 posti a rischio) e Bombardier (106). Infine Imperia dai trenta lavoratori – tra azienda e indotto – del Castellaro Golf di Arma di Taggia fino alla chiusura dello stabilimento Agnesi (60 posti).
E a confermare le preoccupazioni sono i dati forniti da Unioncamere: il secondo trimestre registra un'inversione di tendenza per l'occupazione in Liguria con un calo di 4 mila posti di lavoro, da 611 mila a 607 mila (-0,7%) rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. La situazione ligure è in controtendenza con il dato nazionale che vede un aumento del 2% dell'occupazione.
Resta stabile - per ora - il settore dell'industria con 65 mila occupati, le costruzioni crescono addirittura di 5 mila unità, ma cala il terziario: non bastano i 12 mila posti di lavoro in più nel settore commerciale e turistico a compensare i 16 mila in meno nelle altre attività di servizi (dai trasporti alla comunicazione e informazione, dal settore finanziario e assicurativo alle agenzie immobiliari, dal supporto alle imprese alla sanità).
E aumenta anche il numero dei disoccupati, che fra il secondo trimestre 2015 e il 2016 sono cresciuti di 9 mila unità facendo salire la percentuale al 10,6%, 1,2 punti in più su base annua. Più colpite le donne, per loro la disoccupazione sale al 12,6% mentre resta stabile al 9% per gli uomini.
IL COMMENTO
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