cronaca

"Questa legge deve essere accessibile a tutti senza discriminazioni"
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Chiamatela 'unione civile', se volete, ma per loro è come un vero matrimonio. Vestite di bianco, stile sobrio, sempre sorridenti e composte. Si leggono gli atti, poi i fatidici 'sì', lo scambio degli anelli, il bacio e in serata il ricevimento a Bogliasco. Loro, che sono di Recco, hanno voluto celebrare a Genova, nella sala di rappresentanza di Palazzo Tursi, perché il sindaco Capurro aveva detto no. Ma anche perché il segnale arrivasse chiaro a molte persone. Sono tra le prime coppie a poter celebrare l'unione civile in Comune dopo l'entrata in vigore della legge Cirinnà

A unire Elisabetta Corsini e Pamela Farone è stata la genovese Roberta Pinotti, ministro della difesa. "Un messaggio - dice lei - dato a tutti gli ambienti perché questa legge deve essere accessibile a tutti, senza discriminazioni o allontanamenti. Finalmente in Italia questa legge c'è e grazie a questa altre persone possano essere felici".

Pinotti alla fine rivela il motivo della sua presenza: tramite un'amica comune, Elisabetta e Pamela hanno chiesto a lei di officiare, in quanto donna e in quanto rappresentante del Governo che ha aperto alle unioni civili. "Io non le conoscevo, le ho viste oggi, però l'idea di un Governo al servizio dei cittadini l'ho trovata molto significativa. Sono stata contenta di esserci".

E così, il ministro officia con fascia tricolore e delega ricevuta dal sindaco. Momenti di commozione quando legge davanti a loro "Amore", una poesia di Dickinson. Alla fine della cerimonia, Pinotti parla dell'importanza di suggellare così l'eternità dell'amore. C'è spazio per una lettera di Polis Aperta, l'associazione delle forze dell'ordine LGBT, che ringraziano e sottolineano il significato del gesto. In seguito Pinotti ricorda che "questa legge ha valenza per tutti gli ambienti e, certamente, anche per quelli militari dove, è giusto specificarlo, in Italia non ci sono mai state limitazioni".

All'uscita dal palazzo del Comune, 'Betta' e 'Pamy' ammettono di essere "frastornate" davanti alla grande folla di giornalisti e fotografi. Poi però si aprono, timide ma sicure: "Finalmente, è una legge che ci voleva, un buon traguardo. Speriamo ce ne siano veramente tante". Non sono loro le prime nel grande salone di Tursi. "Ma l'importante è cominciare, non chi arriva prima. L'importante è che tanti possano coronare il loro sogno". E poi grandi abbracci, con gli amici e coi parenti, e via verso la vita insieme sognata da tanto tempo.