cronaca

Non risulta indagato. A vuoto le ricerche della testa mozzata
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Ricerche degli investigatori della sezione rilievi del nucleo investigativo del comando provinciale dei Carabinieri all' interno della villetta di un nipote di Albano Crocco, trovato decapitato martedì scorso in un bosco di Craviasco di Lumarzo in Liguria. Formalmente l'uomo, che è presente ai controlli nella sua casa, riferiscono gli inquirenti, non è indagato.

La villetta, l'unica fuori dal paese e vicino al bosco dove è stato ucciso Crocco, è stata sequestrata. Le ricerche sono tese a rinvenire un'arma o altri indizi per dare una svolta alle indagini. Le ricerche nel bosco della testa mozzata della vittima sono proseguite stamattina dagli uomini dei Carabinieri, del soccorso alpino e del nucleo cinofili ma finora non hanno dato esito.

"Non ho la minima idea di chi possa avere ucciso mio zio. Credo che i carabinieri abbiano voluto perquisire la mia casa perché é la più vicina al bosco dove è stato trovato ucciso. Ma io sono tranquillo". A parlare è Claudio Borgarelli, figlio della sorella di Albano Crocco, ex infermiere decapitato nei boschi di Craviasco, la frazione di Lumarzo dove abitava.

Borgarelli, anch'egli infermiere come lo zio, è il proprietario della villetta in cui stanno effettuando rilievi i carabinieri della scientifica che hanno sequestrato alcuni coltelli e altre armi a lama e una pistola, un revolver regolarmente detenuto da Borgarelli, come lui stesso ha spiegato. I Carabinieri hanno smentito che l'uomo sia formalmente indagato. E lo stesso ha detto l'infermiere: "Io indagato? Non mi risulta sennò avrei dovuto farmi tutelare da un avvocato", spiega Borgarelli, intercettato dai giornalisti davanti alla sua villetta.

"È vero, mesi fa avevo litigato con mio zio perchè aveva scaricato dei materiali di risulta quasi davanti a casa mia e per questo da allora non ci rivolgevamo più la parola - ha raccontato l'uomo - Ma era tutto finito lì, tanto che pur potendolo denunciare alla forestale non lo feci. Ho solo preteso che portasse via quei detriti".

L'infermiere ammette che la mattina della scomparsa dello zio era in casa: "Ho visto la sua auto posteggiata sotto casa mia, dove finisce la strada carrabile. Ho fatto dei lavoretti e poi sono uscito, sono andato a Genova per alcune commissioni e fatto benzina. A che ora sono rientrato? Non me lo chieda, non ne ho più pallida idea".