Il processo per l’alluvione di Genova del 2014 è vicino alla prima svolta. Il 21 ottobre inizieranno le ultime udienze che accompagneranno verso la sentenza di primo grado, attesa per la fine dell’anno o al più tardi all’inizio del 2017. Ma se il cammino giudiziario, seppure a rilento, comincia a tagliare traguardi, ben diversa è la situazione dei cittadini danneggiati che si sono costituiti parti civili nel processo. Perché a più di due anni da quella notte i risarcimenti sono ancora un miraggio.
“Dobbiamo constatare una chiusura da parte della Regione – commenta Andrea Gallo, legale difensore delle parti civili – all’inizio abbiamo avuto una dimostrazione di buona volontà, con assegni minimi per i danneggiati attraverso Filse. Dopodiché, stasi totale”. Altro capitolo è quello sui contributi agli agricoltori, ancora mancanti per un errore che l’attuale giunta imputa a quella precedente, “ma comunque è stato fatto un tentativo. Questo dimostra che a volte c’è la buona volontà, altre no”.
In sede processuale non si scorgono spiragli. “Gli interventi della Regione denotano la consapevolezza che il livello politico è responsabile, vedremo poi se lo sarà dal punto di vista giudiziario – continua Gallo – ma l’atteggiamento generale resta incomprensibile. Non tanto per me, quanto per i diretti interessati che lamentano difficoltà enormi. Io ho cessato di pormi domande”.
La strategia adottata da Raffaella Paita, ex assessore alla Protezione Civile imputata insieme all’ex dirigente Gabriella Minervini per la mancata allerta meteo, sembra precludere ogni possibilità di risarcimento diretto da parte della Regione. Con la scelta del rito abbreviato, infatti, in caso di condanna l’ente sarebbe sgravato di ogni responsabilità civile. “Tecnicamente è così – prosegue l’avvocato Gallo – ma nella sostanza le parti civili potranno lo stesso intervenire in altra sede”. Insomma, secondo il legale di cittadini e commercianti alluvionati, la strada verso il risarcimento esiste, anche se è tutta in salita.
“Il nostro obiettivo? Accertare una verità processuale. Se non sarà in linea con le nostre richieste impugneremo la sentenza, ma almeno vogliamo mettere un punto fermo sulla vicenda delle allerte e del danno obiettivo che c’è stato alla città”. E a proposito di mugugni e malumori, Gallo chiosa: “L’importanza di allertare la popolazione l’abbiamo vista lo scorso 14 ottobre. La tromba d’aria poteva essere una strage”.
cronaca
Alluvione 2014, in arrivo la prima sentenza ma i risarcimenti rimangono un miraggio
Processo Paita e Minervini, da venerdì le ultime udienze
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