Rallenta l'offensiva verso Mosul da parte dell'esercito iracheno, e in particolare quella dei miliziani Peshmerga curdi da est, dopo che ieri gli stessi curdi avevano detto di essere arrivati ad una quindicina di chilometri dalla città.
I Peshmerga si sono fermati, dopo aver affermato di avere preso il controllo di 10 villaggi ad est della città roccaforte dello Stato islamico. Ma la stessa giornalista sottolinea che da alcuni di questi villaggi si vedono ancora alzarsi colonne di fumo degli incendi appiccati dai jihadisti, che quindi sembrano ancora presenti. In particolare, i curdi non sono ancora riusciti a prendere il controllo del principale villaggio cristiano di questa regione, quello di Bartella. La televisione curda Rudaw sottolinea che a sud le forze dell'esercito di Baghdad sono costrette ad avanzare lentamente, villaggio dopo villaggio, per bonificare gli abitati da esplosivi lasciati dai jihadisti in ritirata, per la presenza di cecchini e per il pericolo di attacchi suicidi. "Questa offensiva non è una passeggiata verso Mosul, ma una lenta avanzata", sottolinea l'emittente.
Il commissario Ue a Migrazione e Affari Interni Dimitris Avramopoulos ha commentato: “ Non ci sono prove che gruppi di foreign fighters siano diretti verso l'Ue se Mosul cade. Monitoriamo la situazione sul terreno e siamo ben preparati per qualsiasi evenienza”. La portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova prospetta a Mosul "un disastro umanitario su vasta scala", e anche l'Onu teme che circa 200 mila persone potrebbero essere costrette a fuggire nelle prime settimane dopo l'inizio dell'offensiva militare anti-Isis in Iraq.
L'Ufficio dell'Onu per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha) in una nota fa sapere che i rapporti relativi alle prime 36 ore delle operazioni militari, avvenute in zone poco popolate, non indicano una fuga di massa delle popolazioni civili. Lo scenario più pessimistico dell'Onu sulle conseguenze dell'offensiva per la riconquista di Mosul evoca un milione di sfollati, con circa 700 mila persone in cerca di un alloggio di emergenza. L'Onu si prepara ad affrontare l'esodo, mentre sussistono serie preoccupazioni per la protezione dei civili, afferma la nota dell'Ocha con le ostilità che si avvicinano a zone densamente popolate e urbane. Rifugi sono stati allestiti per circa 60 mila persone in campi e siti di emergenza ed è stato accelerato l'allestimento di ulteriori siti, con una capacità per circa 250 mila persone, precisa l'Ocha.
IL COMMENTO
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