
L'attenzione alle migrazioni dei popoli deve valere "per tutto il mondo, vale per ogni continente, compreso il grande paese degli Stati Uniti, nelle scelte che sta per fare e per compiere - ha detto Bagnasco - ma l'accoglienza deve avvenire nel rispetto delle singole realtà, che vuol dire i paesi e i continenti, tradizioni e popoli". Il continuo arrivo dei migranti in Europa e in Italia "è una testimonianza ulteriore di quello che ripetiamo da anni, e cioè che questo esodo non si fermerà di fronte al filo spinato o ai muri perché il sud del mondo ormai si è messo in moto, fondamentalmente disperato". I migranti, dice Bagnasco, "non si fermeranno di fronte a nessuna barriera, a nessun filo spinato o muro" e "questo è un dato da considerare con molta serietà, nella sua radice profonda che è il malessere e il disagio, la disperazione di tanta gente".
Nell'accoglienza dei migranti "auspichiamo che l'Europa faccia molto di più, ma potrà fare di più soltanto se ripenserà se stessa e alle sue basi che non possono essere prevalentemente economiche, finanziarie e di profitto, ma devono essere fondamentalmente basi spirituali e morali, che sono in linea con le radici che sono cristiane e religiose. Questo - ha aggiunto il porporato - non vuol dire un continente confessionale ma un continente che riconosce la propria storia, la propria sorgente e il dono di questa storia, che è una visione umanistica, profonda, globale. Staccandosi dalle proprie radici religiose e morali e dalla sua profonda prevalenza cristiana, Paesi e popoli perdono il senso della solidarietà e ne vediamo già le conseguenze".
IL COMMENTO
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