cultura

Sarà visitabile fino al 30 maggio 2017
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L’11 novembre 2016, a 60 anni dal naufragio della T/n Andrea Doria e per la prima volta in Italia, il Mu.MA - Galata Museo del Mare e la Fondazione Ansaldo ricostruiscono, attraverso una mostra, una vicenda centrale nella storia della marineria italiana e ampiamente discussa in ordine alle responsabilità della collisione.
Mostra inclusa nel biglietto d’ingresso, aperta al pubblico dal 12 novembre al 30 maggio 2017.

In pieno stile Galata questa esposizione temporanea, vuole essere una “Doria experience”: attraverso ricostruzioni di ambienti della nave, tra cui la prora in scala 1:5 e una parte di ponte di passeggiata inclinato a 30°, i visitatori sono invitati a ripercorrere i piani come i passeggeri e l’equipaggio dovettero fare per scampare alla tragedia.

Il modello di sei metri del “Doria” è il “gioiello” dell’esposizione. Realizzato dalla Ditta Giacomo Patrone nel 1952, per essere esposto negli atri delle principali stazioni ferroviarie italiane, come Milano Centrale o Torino Porta Nuova e mostrare ai viaggiatori le meraviglie della Società Italia, venne ritirato dopo la tragedia, e dimenticato fino ad oggi. Ritrovato dal curatore del Galata, Campodonico, nella fine degli anni ’90 e donato dalla Finmare, prima della sua liquidazione è stato completamente restaurato dal modellista Cambiassi di Genova.

Otto le sezioni: le prime tre dedicate alla nave - alla sua genesi, agli spazi artistici e architettonici di bordo maggiormente significativi, al varo e il maiden voyage ovvero viaggio inaugurale; la quarta al modellino restaurato e alla ricostruzione di una parte di ponte di passeggiata inclinato; la quinta più tecnica spiega attraverso un filmato la dinamica dell’incidente che ha causato il naufragio; la sesta sezione dedicata alle vittime ricostruisce la vicenda umana di “sommersi” e di “salvati”; la settima attraverso la ricostruzione dei dialoghi che avvennero nella notte tra le navi soccorritrici e il “Doria”, un database di racconti, foto ed interviste è dedicata all’equipaggio; l’ottava sezione rappresenta l’impatto che la vicenda del “Doria”, prima tragedia in diretta, ebbe sui mass-media. Un’ultima parte rappresenta il “Doria dopo il Doria” ciò che avvenne “dopo”: seguirono al Doria  navi importanti ed storie diverse, ma il declino del settore, era già cominciato.

In questa operazione, il Galata Museo del Mare si è avvalso della collaborazione del Secolo XIX che ha lanciato, tra i suoi lettori la campagna “eravamosuldoria”, un appello alla memoria collettiva, a ritrovare i superstiti, a trovare ricordi, fotografie, documenti.

INTERVENTI
“A distanza di 60 anni, commenta il direttore del Mu.MA e Galata Museo del Mare Pierangelo Campodonico, abbiamo scoperto come la vicenda dell’Andrea Doria sia ancora viva e presente. E’ un nodo della memoria irrisolto, è ancora una storia ‘ingiusta’ ed è sentita come tale dai superstiti – che ci sono, eccome! – e dai familiari.
Abbiamo affrontato la sua storia dalla sua genesi, in un contesto difficile – il dopoguerra, un momento di grande difficoltà per l’Ansaldo – per arrivarne allo straordinario successo, alla vita che si svolgeva a bordo, per poi passare a ricostruire le ultime terribili ore. E in questa parte, devo dirlo, non siamo stati imparziali.
Abbiamo preso le parti di coloro che, in questi anni, sono stati meno ascoltati: l’equipaggio. Gli ufficiali, ma anche i “comuni”.
Ho scoperto, nello straordinario Fondo Francesco Scotto, quanti membri avessero lasciato una traccia, un ricordo, un memoriale, quasi a voler dire la propria opinione, le impressioni, a confutare le molte menzogne e mistificazioni. Ecco, da questo punto di vista, abbiamo aperto un ‘cantiere della memoria’, dove raccogliere queste voci inascoltate, quelle che abbiamo trovato e quelle che si uniranno nei prossimi mesi.
Buzzati, il giorno dopo il naufragio, parlò di un “pezzo dell’Italia migliore che se n’era andata”, pensando alla nave, alla sua bellezza. Dopo avere ricostruito tante storie, parlato con superstiti e famigliari, sono convinto che l’Italia migliore era proprio quella a bordo, formata da tante persone che fecero molto di più del loro dovere e che era tutte ricapitolate da un vero eroe del nostro (loro) tempo, Piero Calamai”

"Questo allestimento - interviene la Presidente del Mu.Ma Maria Paola Profumo - è in linea con il filo conduttore del Galata, ove protagonisti non sono solo le navi ma anche e soprattutto gli uomini che vi hanno operato e vi operano con le loro professionalità e la loro ricca umanità.
L'Andrea Doria poi ė per noi il ricordo di una nave bellissima: molte sono state le dolorose emozioni dei momenti cruciali dell'affondamento, molte le penose discussioni intorno al 'di chi ė la colpa', troppo poca invece la valorizzazione delle donne e uomini che si sono generosamente e coraggiosamente adoperati a salvare i passeggeri. Tra questi anche Giuseppe Campodonico, papà del nostro Direttore. Ecco, di loro vogliamo occuparci principalmente.
Mi si permetta di ringraziare il Direttore che con lo staff del Mu.MA ha curato la mostra, in collaborazione con la Fondazione Ansaldo, con la consueta qualità storico-scientifica coniugata ad equilibrio sensibilità e capacità comunicativa."

“Questa mostra, conclude il Direttore della Fondazione Ansaldo Mario Orlando, non è né vuole essere una mostra sul naufragio dell’Andrea Doria; vuole invece essere, come è, una mostra che racconta la storia di uno dei prodotti più straordinari dell’industria italiana del secondo dopoguerra, simbolo della  rinascita di un paese prostrato da un conflitto devastante.


La Fondazione Ansaldo, nel proporre questa mostra cui ha attivamente contribuito mettendo a disposizione il proprio materiale d’archivio, ha voluto sottolineare l’eccellenza tecnologica ed ingegneristica della nostra industria cantieristica, che ancora oggi è un settore di punta del nostro sistema produttivo, ed in particolare del cantiere navale di Sestri Ponente in cui l’Andrea Doria fu costruita.
Con questa mostra, unitamente alle altre iniziative che vedranno la luce nel corso del 2017, la Fondazione Ansaldo si conferma come uno dei protagonisti della vita culturale del nostro territorio, contribuendo alla diffusione della conoscenza della sua storia economica e sociale: un secolo e mezzo di progresso e di intenso lavoro.”